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Il ritratto del duca

di ANNA SCHMIDT

Dopo la perdita del patrimonio di famiglia e la rottura del fidanzamento senza amore con un magnate di affari di Boston, Jeanne Witherspoon è fuggita a Parigi per dipingere e frequentare solo anime a lei affini. Quando fa la conoscenza di un duca inglese che condivide il suo amore per l’arte le basta avere la sua amicizia, nonostante sia sempre più attratta da lui.

Ma un tragico segreto ha seguito il duca August Groton-Hames fino a Parigi, e i pettegolezzi si diffondono a macchia d’olio quando commissiona il proprio ritratto a Jeanne. E’ possibile che le sue intenzioni nei confronti di Jeanne non siano del tutto onorevoli?

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Yves declinò l’invito al concerto a casa del duca. «Non è nelle mie corde.»

«Ma come potrò andare senza essere accompagnata?»

«Non sarai sola, sei ospite personale del duca. Non dirmi che pensi all’etichetta quando hai la possibilità di fare una visita guidata della sua collezione?»

«Credevo che tu volessi vedere la sua collezione» gli fece notare Jeanne.

Yves sorrise. «Sì, ma due ore di fughe e requiem sono un prezzo da pagare troppo alto. Magari un’altra volta.»

Arrivò la carrozza del duca, tirata da un magnifico paio di cavalli identici. Quando vi salì, Jeanne fu circondata dal lusso dell’interno e le venne naturale riflettere sulla decisione che l’aveva portata a Parigi. Gabriel Hunter era un uomo facoltoso. Forse non ricco quanto il duca e sicuramente privo di un titolo nobiliare, ma comunque se Jeanne l’avesse sposato non le sarebbe mancato niente.

Tranne il vero amore.

Per la sua gioventù e il fatto che suo padre stava per perdere tutto, le era stato ancora più difficile decidere di rompere il fidanzamento con Gabe. Ma Jeanne aveva visto come lui guardava Lucie, la governante dei suoi genitori. Era tanto innamorato da non poter nascondere i propri sentimenti. E Lucie era riuscita nell’unica cosa che Jeanne non aveva mai creduto possibile – aveva fatto riavvicinare Gabe a Dio.

Gabe aveva perdonato il padre di Jeanne e stabilito un fondo fiduciario che avrebbe permesso ai genitori di Jeanne di mantenere un tenore di vita simile a quello precedente al dissesto finanziario. Jeanne sapeva che l’aveva fatto perché avevano in programma di sposarsi, ma lui non si era tirato indietro quando lei l’aveva sciolto da ogni impegno. Era commossa dalla sua generosità e dalla sua sensibilità. Dopo che Gabe aveva sposato Lucie, Jeanne gli aveva mandato i suoi auguri sinceri, e lui aveva risposto che era stata lei a fargli il dono più prezioso e le aveva augurato di essere felice.

Felice, pensò Jeanne mentre la carrozza prendeva una svolta della strada di acciottolato e imboccava un vialetto di ghiaia. Era venuta a Parigi con progetti grandiosi, decisa a dipingere e frequentare i salotti più famosi dove avrebbe conosciuto spiriti a lei affini. Non intendeva sposarsi. Se fosse successo non le sarebbe dispiaciuto, ma si sarebbe sposata solo per amore.

Ma ormai era a Parigi da quasi un anno e in ristrettezze economiche. Ogni giorno temeva di dover tornare ben presto negli Stati Uniti e andare a vivere dai suoi. Quel mese non era arrivata la sua solita diaria, e sospettava che suo padre avesse ripreso le sue vecchie abitudini di prendere soldi in prestito da una persona per pagarne un’altra. O, in questo caso, prendere i soldi di sua figlia per pagare qualche creditore.

La carrozza si fermò al richiamo del cocchiere e poco dopo si aprì lo sportello. Jeanne si aspettava di vedere un valletto o il maggiordomo, e fu sbalordita quando trovò il duca in persona che aspettava per aiutarla a scendere dalla carrozza.

«Benvenuta, Miss Witherspoon» la salutò con un sorriso affascinante e sbarazzino.

Dopo l’abitacolo in penombra, il sole le parve abbagliante e Jeanne batté rapidamente le palpebre per abituare la vista, poi si rese conto che il duca avrebbe potuto interpretarlo come un vezzo civettuolo.

«Buon pomeriggio, Vostra Grazia» disse sforzandosi di adottare un tono con un certo riserbo. «Che bella giornata!»

«Francamente, ne sono sollevato. I miei domestici avevano dei dubbi sulla decisione di tenere il concerto in cortile, ma evidentemente Dio ci ha donato un pomeriggio ideale. Il vostro amico non vi ha accompagnato?»

«Yves? No.»

«Sarebbe poco garbato da parte mia dire che non sono poi così deluso?»

«Ritengo che non sia mai sbagliato rivelare i propri veri sentimenti, Vostra Grazia. Fa risparmiare molto tempo.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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