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Il ritratto del duca

di ANNA SCHMIDT

Dopo la perdita del patrimonio di famiglia e la rottura del fidanzamento senza amore con un magnate di affari di Boston, Jeanne Witherspoon è fuggita a Parigi per dipingere e frequentare solo anime a lei affini. Quando fa la conoscenza di un duca inglese che condivide il suo amore per l’arte le basta avere la sua amicizia, nonostante sia sempre più attratta da lui.

Ma un tragico segreto ha seguito il duca August Groton-Hames fino a Parigi, e i pettegolezzi si diffondono a macchia d’olio quando commissiona il proprio ritratto a Jeanne. E’ possibile che le sue intenzioni nei confronti di Jeanne non siano del tutto onorevoli?

20

Per la contentezza di Jeanne, diversi suoi amici americani accettarono l’invito alle sue nozze in primavera. Fu particolarmente felice quando, tra gli altri, a Parigi vennero anche Gabriel e sua moglie Lucie.

«Sono felicissimo per te, Jeanne» le disse Gabe. «Ringrazio Dio ogni santo giorno che tu abbia avuto il coraggio di capire come stavano esattamente le cose tra noi e separare le nostre strade per poter trovare entrambi la felicità.»

Nel trambusto dei preparativi nei giorni precedenti alle nozze, Lucie e Jeanne divennero subito amiche. Le due donne trascorsero molte ore insieme, e Lucie si dedicò a cucire delle perline al bordo dell’abito da sposa di taffetà di Jeanne. E fu proprio Lucie la prima a notare, due giorni prima della cerimonia, che l’allegria effervescente di Jeanne non era più naturale, ma forzata.

«Sono i nervi» la rassicurò Jeanne, ma Lucie non si lasciò ingannare.

«Che cos’ha detto il medico?»

August aveva insistito per chiamare un medico dopo che Jeanne aveva accusato una leggera febbre e dei crampi allo stomaco.

«Ha detto…» Improvvisamente Jeanne scoppiò in singhiozzi. «Che non posso… Dovrei… Ma lo amo…»

«Ssh.» Lucie l’abbracciò, cullandola come una bambina. «Sei gravemente malata?»

«Mi ha visitata scrupolosamente e ha scoperto…» Jeanne s’interruppe, affranta come quando aveva ricevuto la notizia. «Che non posso avere figli. Oh, Lucie, August sogna da tanto una famiglia e…»

«È l’opinione di un solo medico» obiettò Lucie.

«Però mia madre me l’ha confermato. Lei lo sapeva e non me l’ha mai detto. Da bambina ho avuto un incidente a cavallo, che ricordo a stento. Ho scritto un biglietto ad August spiegandogli tutto. Puoi darglielo tu?»

«No. Non si risolve niente scappando. Lui ti ama, lo so con la stessa certezza con cui so che Gabe mi ama. Devi dargli modo di saperlo da te, e trovare una soluzione insieme.»

«M è proprio perché lo amo che…»

«Allora smetti di proteggerlo. Vado a chiamarlo per farlo venire da te. Avrai il tempo di fuggire, se è quello che vuoi.»

Lucie uscì, e poco dopo August bussò ed entrò nella stanza. «Lucie mi ha detto… Che cosa succede, mia cara?»

Confortata dal suo abbraccio, Jeanne gli raccontò tutta la storia dell’incidente a cavallo da bambina, del segreto che sua madre le aveva tenuto nascosto, della conferma del medico.

Continuando sempre a tenerla stretta, August mormorò: «Mi dispiace tanto, amore, So quanto ami i bambini e desideravi…».

«Non per me, ma per te» protestò lei. «Se mi sposerai non avrai un erede che tramandi il titolo nobiliare e custodisca la proprietà che lascerai…»

«E credi che m’importi? Io amo te, sei tu ciò che conta di più per me, la vita che avremo insieme, le avventure che vivremo. Ti sposo solo per un motivo, quello giusto… per amore.»

Era ciò che lei aveva sempre desiderato sentirsi dire, che era amata indipendentemente da tutto.

«Oh, August, sei così sicuro del nostro futuro?»

Lui sorrise. «No, ma con te al mio fianco so di poter affrontare qualsiasi cosa. Ora però abbiamo ospiti e c’è un certo dipinto da svelare al mondo.» Le asciugò le lacrime. «Lady Groton-Hames, prego» disse con un inchino, porgendole il braccio.

Scesero la scalinata e si diressero verso un capannello di persone sorridenti, radunate intorno al ritratto coperto da un drappo di raso. August fece un cenno a Charles che lo tolse. Tutti trasalirono per la meraviglia, poi applaudirono.

«Che cosa vi vedi?» gli chiese Jeanne. «Innocenza?»

«No, amor mio. Non hai dipinto il passato.»

E per la prima volta Jeanne si rese conto che la malinconia che aveva sempre visto negli occhi scuri di August non c’era più nel ritratto. Ora i suoi occhi guardavano il mondo con gioia, così come l’uomo che era il soggetto del ritratto guardava lei con un amore profondo.

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