Sei già registrato? Entra nella tua area personale

Il ritratto del duca

di ANNA SCHMIDT

Dopo la perdita del patrimonio di famiglia e la rottura del fidanzamento senza amore con un magnate di affari di Boston, Jeanne Witherspoon è fuggita a Parigi per dipingere e frequentare solo anime a lei affini. Quando fa la conoscenza di un duca inglese che condivide il suo amore per l’arte le basta avere la sua amicizia, nonostante sia sempre più attratta da lui.

Ma un tragico segreto ha seguito il duca August Groton-Hames fino a Parigi, e i pettegolezzi si diffondono a macchia d’olio quando commissiona il proprio ritratto a Jeanne. E’ possibile che le sue intenzioni nei confronti di Jeanne non siano del tutto onorevoli?

15

I bambini ridevano a crepapelle.

Jeanne fece la riverenza all’armatura. «Sir, purtroppo non ho il piacere di avere fatto la vostra conoscenza, ma ritengo che ora tocchi a voi.» Legò la benda sull’elmo dell'armatura, poi si voltò verso i bambini che la guardavano affascinati.

«Che avete? Credete che non possa giocare a mosca-cieca?»

«Ma non è vivo» bisbigliò il bambino di sei anni.

«Tu dici?» Jeanne bussò sulla fronte di metallo. «Ehilà, c’è nessuno?»

Ridendo, i bambini la imitarono e si misero a battere sulle braccia e sulle gambe di metallo, chiedendo a qualcuno di uscire.

«Lasciatemi in pace!» intimò una voce cavernosa, e i bambini e anche Jeanne balzarono all’indietro strillando per la paura.

August uscì da dietro l’armatura e sorrise. «Credo che sia il caso di fare delle presentazioni. Miss Witherspoon, lei è mia nipote Samantha, e quei due bricconcelli sono i suoi fratelli, Frederick e Otto.»

I bambini s’inchinarono e la bambina le fece la riverenza, poi scrutò intensamente Jeanne.

«Tu sei americana» indovinò Samantha.

«E anche carina» aggiunse il più piccolo, Otto.

«E simpatica.» Frederick sorrise. «Fai qualche sport?»

«Miss Witherspoon è una pittrice» spiegò August. «Dipinge ritratti di persone, come me.»

«Ho portato l’album da disegno» disse Jeanne. «Posso farvi il ritratto?»

«Sì!» esclamarono tutti e tre all’unisono, con entusiasmo.

«Allora direi che mentre prendo le mie cose e parlo qualche momento con vostro zio, voi dovreste riordinare la biblioteca, non vi sembra?»

I bambini guardarono August con aria delusa, ma lui fece spallucce. «A me sembra uno scambio equo.»

Con sospiri melodrammatici, i bambini si misero al lavoro. Jeanne andò nell’atrio a prendere la borsa e l’album da disegno.

«Credevo che ci fossimo accordati per non lavorare insieme oggi, ma sono contento che siate venuta comunque.»

Jeanne non si era accorta che August l’aveva seguita, chiudendo alle sue spalle la porta della biblioteca.

Ed ecco che era giunto il momento che aveva immaginato durante tutta quella lunga notte insonne. «Per darvi questi» annunciò, prendendo dalla borsa un rotolo di schizzi.

«Non capisco.»

«Non posso terminare il dipinto, Vostra Grazia.»

«Jeanne…»

«Credevo, anzi, speravo, che mi aveste scelta per il mio talento. Ma di recente sono venuta a sapere che c’erano altre motivazioni.»

Lui posò gli schizzi e si passò una mano fra i capelli. «Quali motivazioni? Ma che cosa…» Un bagliore improvviso illuminò le profondità dei suoi occhi che Jeanne aveva cominciato a considerare tanto cari. «Non avrei mai pensato che proprio voi vi sareste fatta influenzare da pettegolezzi infondati, Jeanne.»

«Gira voce che desiderate sposarvi e avere dei figli… degli eredi. Sono forse pettegolezzi infondati, come dite voi?»

«Naturalmente voglio avere una famiglia, ma non con una donna qualsiasi come moglie.»

«Ma una moglie più giovane e dotata di buone maniere potrebbe essere adatta ai vostri scopi.»

«Smettetela» le ordinò lui prendendola per le spalle e costringendola a voltarsi verso di lui. «Mi conoscete.»

Jeanne si rifiutò di dargli la soddisfazione di dibattersi per liberarsi dalla sua stretta. «Ho passato ore a dipingervi e a raccontarvi la mia vita, ma so ben poco della vostra.»

«Però mi conoscete bene» insistette lui. «Traspare dalla vostra opera. Avete visto…»

«Che cosa?» ribatté lei, provocandolo.

In quell’istante si aprì la porta della biblioteca.

«Venite a disegnarci ora, Miss Witherspoon?»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo 14 Vai a Capitolo 16 >