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Il ritratto del duca

di ANNA SCHMIDT

Dopo la perdita del patrimonio di famiglia e la rottura del fidanzamento senza amore con un magnate di affari di Boston, Jeanne Witherspoon è fuggita a Parigi per dipingere e frequentare solo anime a lei affini. Quando fa la conoscenza di un duca inglese che condivide il suo amore per l’arte le basta avere la sua amicizia, nonostante sia sempre più attratta da lui.

Ma un tragico segreto ha seguito il duca August Groton-Hames fino a Parigi, e i pettegolezzi si diffondono a macchia d’olio quando commissiona il proprio ritratto a Jeanne. E’ possibile che le sue intenzioni nei confronti di Jeanne non siano del tutto onorevoli?

1

Parigi, settembre 1895 

Jeanne Witherspoon colorò con il gessetto giallo chiaro un tratto del contorno di un viso nel suo album da disegno. «Non riesco a rendere bene i tuoi capelli, Yves.»

Era a Parigi da un anno, e in quel periodo Yves LeClercq era diventato il suo migliore amico. Altri presumevano che fosse venuta in Europa per riprendersi dalla delusione d’amore quando il suo fidanzato, Gabriel Hunter, aveva deciso di sposare un’altra. Solo Yves sapeva che il padre di Jeanne aveva perso tutto il patrimonio di famiglia a causa di pessime scelte finanziarie, e la vita di Jeanne era mutata drasticamente per questo, e anche che era stata lei a troncare il fidanzamento con il magnate di Boston.

«Sei accigliata, chérie.» Yves la osservò sorseggiando il suo espresso.

«Vorrei andare al balletto venerdì» ammise lei.

«Sarebbe bello.»

«Ma non ho niente da mettermi» brontolò.

Yves sollevò un sopracciglio. «E non hai neppure un biglietto.»

«Anche se l’avessi, comunque non ho un vestito adatto.»

«Bene, tu trova i biglietti per tutti e due e io ti presterò un abito della collezione della stagione passata.» Yves era un famoso couturier e creava abiti costosissimi.

«Quello di raso color pesca?»

«Veramente pensavo a qualcosa di azzurro, anzi, zaffiro, che si abbini ai tuoi occhi. A proposito di occhi, come vengono i miei?» Si protese per guardare lo schizzo, poi balzò improvvisamente in piedi, mormorando: «Vostra Grazia, perdonate. Ero…».

«Incantato da questa dotata artista. Posso?» L’estraneo alto porse la mano per farsi consegnare l’album. «Avete studiato i grandi maestri.» Non era una domanda. «Straordinario» disse fra sé e sé. «Gli occhi…»  Alzò lo sguardo verso Yves, poi tornò a posarlo sul disegno. «Ha catturato la vostra malizia, LeClercq.» Restituì l’album.

Yves si affrettò a fare le presentazioni. «Mademoiselle Jeanne Witherspoon. Lord Groton-Hames, Duca di Thirndale.»

Jeanne esaminò l’uomo come se lo stesse valutando per fargli il ritratto. Occhi di ossidiana infossati, con folte sopracciglia nere. Capelli di un caldo ebano con vaghe tracce d’argento alle tempie e alle basette. Carnagione colorita dall’aria aperta e dall’età; doveva avere tra i trentacinque a i quarant’anni, ma aveva il fisico di un uomo molto più giovane. Alto e ben dritto, ma senza sembrare pomposo. Gli sorrise. «Piacere, Vostra Grazia.»

«Siete americana?»

«Sì, e il vostro titolo nobiliare è inglese, ma noto un legame con gli Hapsburg austroungarici, forse?» Yves inspirò rumorosamente e Jeanne si chiese perché fosse un problema una domanda tanto innocente.

Il duca sorrise. «Avete un orecchio eccellente per gli accenti oltre a un occhio eccezionale per la ritrattistica, Miss Witherspoon.»

«E voi avete eluso la domanda, sir.» Jeanne gli rivolse un sorriso vezzoso. Le veniva naturale civettare un po’. «Nascondete forse qualcosa, Vostra Grazia?»

Stavolta Yves non si curò di nascondere il suo disagio. Mise una mano ammonitrice su quella di Jeanne mentre guardava il duca con aria di scuse.

«Vostra Grazia, parteciperete alla prima del balletto stasera?»

«E voi, Miss Witherspoon?» Aveva evitato di nuovo di rispondere alla domanda.

«Veramente io…»

«Purtroppo non ci sono più biglietti disponibili» intervenne Yves.

Il duca sorrise. «Allora sarete miei ospiti stasera.»

«Siete troppo gentile, sir» disse Yves. «Saremmo lieti di accettare l’invito.»

«Ottimo. Vi lascerò i biglietti all’ingresso.» Fece un inchino a Jeanne e tornò alla carrozza che lo attendeva.

Jeanne lo seguì con lo sguardo. Un biglietto gratis per partecipare all’evento mondano più ambito della stagione era appena piovuto dal cielo per lei. «Avrò bisogno di scarpe e gioielli adatti per quell’abito color zaffiro, Yves.»

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