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Il ritratto del duca

di ANNA SCHMIDT

Dopo la perdita del patrimonio di famiglia e la rottura del fidanzamento senza amore con un magnate di affari di Boston, Jeanne Witherspoon è fuggita a Parigi per dipingere e frequentare solo anime a lei affini. Quando fa la conoscenza di un duca inglese che condivide il suo amore per l’arte le basta avere la sua amicizia, nonostante sia sempre più attratta da lui.

Ma un tragico segreto ha seguito il duca August Groton-Hames fino a Parigi, e i pettegolezzi si diffondono a macchia d’olio quando commissiona il proprio ritratto a Jeanne. E’ possibile che le sue intenzioni nei confronti di Jeanne non siano del tutto onorevoli?

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Nello stesso momento in cui comparvero i bambini arrivò anche Charles. «Vostra sorella e i suoi ospiti vi attendono, Vostra Signoria. Ho predisposto il pranzo dei bambini in giardino.»

«Dobbiamo farci fare il ritratto» annunciò Otto a Charles.

«Forse Miss Witherspoon vorrebbe pranzare in giardino anche lei, allora?» chiese Charles al duca.

«Non so se Miss Witherspoon si fermerà.»

Tutti gli occhi si puntarono su Jeanne.

Come poteva deludere quei cari bambini? Sicuramente lei e August avrebbero potuto risolvere i loro problemi in un secondo momento. «Pranzare in giardino sarebbe splendido.»

Dopo che ebbero pranzato e Jeanne ebbe fatto un paio di disegni, i maschietti persero ogni interesse per il loro ritratto e sparirono in cerca di lumache. Invece Samantha era affascinata dal modo in cui da qualche tratto di carboncino si poteva sviluppare una figura umana riconoscibile e somigliante.

«È sorprendente» disse mentre guardava Jeanne all’opera.

Jeanne le porse l’album e il carboncino. «Prova tu.»

«Che cosa devo disegnare?»

«Disegna me.» Jeanne si mise scherzosamente in posa con aria altera, per farla sorridere. Poco dopo erano tutte e due concentrate, finché Jeanne non vide August che si avvicinava. «Forse dovremmo interromperci per oggi» propose.

«Ma possiamo esercitarci anche domani?»

«Miss Witherspoon è impegnata, Samantha. Forse…» intervenne August.

«Vedrò quello che posso fare» lo interruppe Jeanne, lanciandogli un’occhiata implorante, per pregarlo di non trascinare la nipote nei loro problemi.

«Vai» disse August a Samantha. «Tua madre vuole che vada a salutare i suoi amici.»

Lui e Jeanne seguirono con lo sguardo la bambina che correva verso la casa. Jeanne non riusciva a guardare August, era troppo turbata.

«Possiamo fare due passi insieme, Jeanne?»

Lei annuì e August unì le mani dietro la schiena come per controllarle. Si era cambiato e indossava abiti eleganti da giorno che lo facevano sembrare l’uomo potente che era. Eppure, quella mattina le era parso così sbarazzino e avvicinabile…

«Se volete posso tornare domani a dare un’altra lezione a Samantha, Vostra Grazia» disse Jeanne con un tono rigido e sussiegoso quanto il suo atteggiamento.

«Smettetela, per favore, Jeanne. Sostenete di non conoscermi affatto, anche dopo tutte le ore trascorse insieme. Che cosa volete sapere?»

«Oh, August, che cosa importa?»

Il suo sguardo s’incupì. «Volete sapere quello che suscita la curiosità di tutti… che cosa è accaduto il giorno dell’incidente in barca.»

«La cosa non mi riguarda» protestò.

«Volete sapere com’è morta.» Il suo tono era distaccato, come se fosse privo di sentimenti.

«No, vorrei che mi diceste perché questo ritratto è tanto importante per voi, e perché mi avete scelta per dipingerlo.»

«E se ve lo dirò, rimarrete? Terminerete l’opera? E dopo…»

«Va bene, completerò il ritratto, che mi vogliate rispondere o no.»

«Perché?»

«Perché vi ho dato la mia parola, e sono una donna che tiene fede alle sue promesse.»

«E io sono un uomo che tiene fede alle sue» replicò lui. «Venite, camminiamo insieme e vi dirò tutto quello che volete sapere.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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