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La strada del desiderio

di MEGAN HART

Un viaggio in macchina.
Per Molly rappresenta la libertà.
La libertà di essere la persona che vuole essere. La libertà di fare le sue scelte. La capacità di apprezzare le cose di suo gusto.
Non ci sono limiti né imposizioni o regole. Solo possibilità. Occasioni. Immaginazione.
Perciò quando un uomo imponente, un bel tenebroso, le passa accanto come se fosse il padrone del mondo, accende il desiderio di Molly, potente e ardente come il motore della sua Impala. E lei può lasciar scorrere sfrenato quel desiderio in tutti i modi che vuole.
Tutti.

 

6

Cavoli. Era la sua occasione, e lei l’avrebbe colta al volo.

Lui sorrise. Lei sorrise. L’uomo aveva infilato le mani nelle tasche del giubbotto e non sembrava intenzionato ad andarsene.

«La torta è buona qui» disse, pratico. «Quella alla ciliegia è la mia preferita.»

«Allora perché non ti siedi, e te ne offro una fetta?» La proposta le uscì dalle labbra spontaneamente, e le guance di Molly si tinsero di rosso, ma lei non distolse lo sguardo.

«Ci speravo, in realtà. Sono Jake.» Si sedette sulla panca di fronte a lei e le porse la mano sopra il tavolo.

Lei la strinse. «Molly.»

Lui batté le nocche sul tavolo, poi unì le mani. «Bel nome.»

«Grazie.»

Poi non ci fu molto altro da fare, tranne che sorridere.

E Jake aveva un bel sorriso.

Arrivò la cameriera che prese le ordinazioni e si allontanò, lasciando Molly a fissare Jake. Si aspettava di essere a disagio, ma l’unica sensazione che provava era desiderio.

Aveva già visto degli uomini belli. Peter, pur non avendo la capacità di turbarla, aveva fatto girare più di una donna a guardarlo. Così da vicino, Molly notò che Jake non era perfetto come quando aveva gli occhiali da sole ed era al volante dell’auto. Certo, aveva dei notevoli occhi nocciola con riflessi verdi, e il suo sorriso era pieno di promesse, come se volesse farle capire che sapeva perfettamente come usare quelle labbra carnose e sensuali. Però i suoi lineamenti non erano regolari come quelli di un modello, quel sorriso sexy era leggermente sghembo, e aveva delle rughette sottili agli angoli degli occhi. Se la bellezza doveva incarnarsi in proporzioni simmetriche, a Jake mancavano, a causa delle sopracciglia irregolari e di un naso che era stato rotto chissà come. Non era perfetto, ma aveva un fascino reale, e anche vissuto, forse per le tante ore al volante che gli segnavano gli occhi con dei leggeri cerchi scuri per la stanchezza.

«Dove sei diretta?» le domandò, dopo che la cameriera li ebbe serviti. Prese un pezzo di torta con la forchetta mentre Molly tagliava i suoi pancake.

«Philadelphia.»

«Sembra un bel posto in cui andare.» Le rivolse un altro sorriso, poi leccò il ripieno alla ciliegia dalla forchetta.

Molly osservò la sua lingua che accarezzava il metallo, poi leccava le labbra, e non riuscì più a seguire il discorso. Quando lui smise di sorridere, si sforzò di spostare lo sguardo dalla sua bocca agli occhi.

«Che cosa c’è a Philadelphia?» le chiese poi.

Molly esitò prima di rispondere. Poi, superstiziosa, decise di non dirglielo per non portarsi sfortuna da sola.

«Niente. Almeno non ancora» disse con sincerità.

«Bene. Allora non importa quanto impiegherai per arrivarci, giusto?»

Lei fece una risatina sommessa. «Non proprio. Vorrei essere a destinazione prima di finire i soldi.»

Jake infilzò un altro boccone e se lo portò alle labbra ma non lo mangiò subito, lasciando a mezz’aria la frolla dorata e una grossa ciliegia grondante sciroppo scarlatto tra i rebbi della forchetta.

«Posso chiederti perché vai a Philadelphia se non c’è niente ad attenderti?»

Poi mangiò il boccone, e Molly guardò le sue labbra che si chiudevano. Se l’avesse baciato in quel momento la sua bocca avrebbe avuto un sapore dolce e aspro, una combinazione che le era sempre piaciuta. Distolse lo sguardo dalla bocca e lo posò di nuovo sui suoi occhi nocciola.

«Ho rotto il fidanzamento e dovevo andare via, voltare pagina e ricominciare da zero in un posto nuovo.»

«Fantastico.» Jake sorrise di nuovo e Molly pensò che fosse una fortuna che ci fosse il tavolo a separarli, altrimenti se la sarebbe ritrovata in braccio, e con le mani piene di lei. «È un bene dare un taglio netto, fare pulizia.»

«A volte sono meglio le cose sporche, però.»

 

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