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La strada del desiderio

di MEGAN HART

Un viaggio in macchina.
Per Molly rappresenta la libertà.
La libertà di essere la persona che vuole essere. La libertà di fare le sue scelte. La capacità di apprezzare le cose di suo gusto.
Non ci sono limiti né imposizioni o regole. Solo possibilità. Occasioni. Immaginazione.
Perciò quando un uomo imponente, un bel tenebroso, le passa accanto come se fosse il padrone del mondo, accende il desiderio di Molly, potente e ardente come il motore della sua Impala. E lei può lasciar scorrere sfrenato quel desiderio in tutti i modi che vuole.
Tutti.

 

2

Da trenta chilometri la strada era deserta davanti a Molly e anche alle sue spalle. Era quasi al confine con la Pennsylvania. Guardò fuori e contemplò lo splendido panorama. Il cielo era terso e azzurrissimo, tanto luminoso che le sembrava di poter stendere la mano e prenderlo. Ogni volta che girava un angolo si aspettava di trovare traffico, ma fino a quel momento niente.

La radio non prendeva quasi, ma aveva collegato l’iPod all’impianto stereo, perciò la musica non le mancava.

Se solo avesse potuto trovare qualcosa che aveva voglia di ascoltare.

Non aveva pensato di fare una playlist appositamente per il viaggio, prima di fare i bagagli, prendere tutto ciò che aveva e lasciare Cincinnati. Missing You di John Waite non andava bene. E neppure You’re Beautiful di James Blunt. Era tanto concentrata a trovare qualche brano che non la facesse piangere né le facesse venire l’impulso di buttare l’iPod fuori dal finestrino che non si accorse che non era più sola lungo la strada – finché non vide nello specchietto retrovisore il lampo del riflesso del sole sulla cromatura.

Era una massiccia auto blu, ma era troppo lontana per essere sicura che fosse la Impala che aveva visto prima. Ma chi prendeva in giro? Il suo cuore aveva cominciato a martellarle nel petto nell’istante stesso in cui l’aveva notata. Strinse spasmodicamente il volante, fissando quel riflesso che si avvicinava rapidamente.

Era lui.

L’avrebbe sorpassata, ne era sicurissima. Aveva già sollevato leggermente il piede sull’acceleratore, come se il suo corpo non avesse intenzione di aspettare che il cervello prendesse il comando. Il vento che le sferzava i capelli entrando dal finestrino aperto le portò all’orecchio il rombo cupo della Impala che guadagnava terreno.

E le portò anche qualcos’altro. Un lieve ritmo cadenzato, un’idea di rock, una canzone che si sforzava di farsi riconoscere. Un brano con tanta chitarra, e delle strofe urlate. Una canzone che le faceva venire voglia di scuotere la testa, e ballare, ballare, ballare… fino a crollare sfinita e sudata. Non era la canzone che pensava che fosse quella che cercava, però le sue dita la trovarono sull’iPod senza troppo sforzo. Era perfetta.

La Impala, con i finestrini abbassati, la raggiunse e si mise accanto a lei al suo passo. L’uomo al volante girò la testa per guardarla da dietro gli occhiali scuri. Il suo sorriso impudente le saettò dritto al ventre, e da lì scese più giù in un rivolo liquido.

La canzone Animal I Have Become dei Three Days Grace pompava dalle casse, e Molly non poté fare a meno di tamburellare sul volante al ritmo del brano. Si agitò sul sedile, sapendo che avrebbe dovuto tenere lo sguardo fisso sulla strada, ma non poté trattenere un’occhiata verso di lui.

Stavolta fu lei a fare un cenno di saluto.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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