Sei già registrato? Entra nella tua area personale

La strada del desiderio

di MEGAN HART

Un viaggio in macchina.
Per Molly rappresenta la libertà.
La libertà di essere la persona che vuole essere. La libertà di fare le sue scelte. La capacità di apprezzare le cose di suo gusto.
Non ci sono limiti né imposizioni o regole. Solo possibilità. Occasioni. Immaginazione.
Perciò quando un uomo imponente, un bel tenebroso, le passa accanto come se fosse il padrone del mondo, accende il desiderio di Molly, potente e ardente come il motore della sua Impala. E lei può lasciar scorrere sfrenato quel desiderio in tutti i modi che vuole.
Tutti.

 

10

10

Il finestrino fu investito da un raggio di luce e una torcia batté sul vetro. Jake si ritrasse, facendo scudo a Molly con il suo corpo mentre si stendeva ad abbassare il finestrino.

«Tutto bene, signora?» L’agente chinò la testa per sbirciare all’interno.

«Benissimo» rispose Molly, rendendosi conto improvvisamente che i finestrini erano appannati. Jake faceva il possibile per coprirla mentre il poliziotto illuminava l’abitacolo con la torcia. Molly infilò alla svelta la maglietta nei jeans, controllando che non ci fosse nient’altro fuori posto. Aveva l’impulso assurdo di ridacchiare come una ragazzina.

«Scenda dalla vettura, prego.»

«Come?» Molly alzò lo sguardo, stupita, ma Jake aveva già spinto in avanti il sedile anteriore per aprire la portiera. «Jake, aspetta. Chiedigli di farti vedere il distintivo.»

L’agente emise uno sbuffo sarcastico e illuminò con la torcia il distintivo appuntato sul petto, poi spostò il raggio di luce verso l’autopattuglia bianca e nera che Molly avrebbe notato prima se non fosse stata ottenebrata dall’eccitazione.

«Scenda, per favore» insistette.

Jake la guardò con un sorriso divertito e scese dall’auto.

 «Anche lei, signora.»

Non l’aveva neppure chiamata signorina, facendole capire che sapeva quanto lei che era troppo vecchia per farsi sorprendere a limonare sul sedile posteriore di un’automobile.

Molly scese e si fermò accanto a Jake, che non era ostile né sulla difensiva, ma non sembrava neppure vergognarsi.

L’agente li illuminò in faccia. Molly fece una smorfia, abbagliata dalla luce, ma si morse il labbro per trattenere una risatina, arrossendo. Lei e Jake erano spalla contro spalla, fianco contro fianco, ma lei non osava guardarlo per non perdere quel poco di compostezza che le era rimasta.

«Questo è  un parcheggio pubblico» disse il poliziotto, mettendo via la torcia prima di poggiare le mani sui fianchi. Sembrava più giovane di Molly, ma lei si sentiva ugualmente una ragazzina ribelle. «Vi consiglio di andare via e trovare un motel.»

Fece un cenno di saluto, poi si girò e tornò verso l’auto. Quando si fu allontanato, Molly emise un sospiro di sollievo e si accasciò contro la fiancata della Impala, poi scoppiò a ridere. Jake la guardò con un sorrisetto divertito.

«Eri pronta a stare in macchina con me, ma non ti fidavi di un poliziotto?»

Molly smise di ridere e si appoggiò meglio all’auto, vicina a lui. «Poteva essere un serial killer.»

«Anch’io, Molly.»

Lei gli lanciò un’occhiata. «A meno che tu non voglia uccidermi con il tuo fascino sexy, ne dubito.»

Jake rise e chinò la testa, passandosi una mano fra i capelli. «Sei veramente un fenomeno.»

Quel commento la fece tornare seria. Molly si raddrizzò. Prima non aveva notato l’aria fredda della notte, ma ora fu scossa da un brivido. Si umettò le labbra e sentì il suo sapore sulla bocca.

«Sì, è possibile.» Gli diede dei colpetti sul braccio, spinse indietro le spalle e fece un respiro profondo, poi gli sorrise. «Be’… E ora?»

Jake si passò nuovamente la mano tra i capelli, scompigliandoli, poi alzò lo sguardo verso il cielo scuro. Lo spostò verso l’autostrada. La tavola calda. La sua auto.

Guardava tutto tranne lei. Non le serviva vedere le sue guance tinte di rosa per accorgersi che era arrossito. Fece scorrere la mano all’indietro fino alla nuca, e alla fine azzardò un’occhiata verso di lei.

«Quell’agente ha smontato l’atmosfera, eh?»

Per lei no, ma Molly annuì.

Jake le rivolse un sorriso stentato. «Ti accompagno alla macchina, okay?»

Le franò la testa sotto i piedi. La respingeva? Ahi. Non era sicura di averlo visto arrossire prima, ma lei era certissima di essere paonazza.

«No, non fa niente» rispose. «Vado da sola. Ci vediamo, Jake.»

Si girò e se ne andò.   

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo 9 Vai a Capitolo 11 >