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Seduzione al castello

di BLYTHE GIFFORD

La dama di compagnia Mary Betoun sa benissimo che non deve fidarsi del proprio giudizio in fatto di uomini; il suo futuro non dipende da un marito, ma dalla sua capacità di accontentare la regina. Perciò quando la regina le affida il compito di approntare per la sua visita un castello in una località remota al confine con la Scozia, Mary sa che tutto deve risultare perfetto.

L’affascinante capitano del castello, Jamie Davison, è ben lieto di darle una mano se Mary lo aiuterà a sua volta… a diventare un pretendente più attraente per poter trovare moglie. La sua richiesta sembra del tutto innocente, anche se la vicinanza di Jamie ispira a Mary pensieri tutt'altro che innocenti. Ma potrà fidarsi di lui e delle sue mire? E di se stessa?

9

Il giorno dopo Jamie fu contento di lasciare il castello. Spinse il cavallo al galoppo, nel tentativo di martellare la sua frustrazione sotto gli zoccoli dell’animale.

Aveva stretto quel patto per avvicinare Mary a sé, e invece l’unico risultato era stato di ricordarle un altro uomo, quello che aveva perso.

Però Mary aveva fatto esattamente quello che lui sperava – aveva cercato di plasmarlo per farlo diventare l’uomo che avrebbe voluto sposare.

Era colpa sua, perché era stato sciocco. Malgrado gli anni trascorsi, si vedeva che Mary temeva ancora quel posto e tutti coloro che vi abitavano. Se avesse insistito troppo con lei, sicuramente sarebbe corsa di nuovo dalla regina e, stavolta, avrebbe fatto in modo che venisse rimosso dal suo posto al servizio della sovrana.

Quando fu a distanza di sicurezza dal castello, si fermò in cima alla collina a respirare l’aria più pura che esistesse sulla terra. Davanti a lui si estendeva la foresta, fitta e impenetrabile. Forse quei boschi erano selvaggi e la vita era brutale, ma lì il valore di un uomo si misurava con la sua tempra e non con la sua giubba.

Essendo un signorotto di campagna, aveva dovuto sopportare la faticosa vita a corte a cui Mary tanto ambiva. Però ne era valsa la pena, per diventare temporaneamente il capitano a guardia di quel castello. Era giovane, per avere una tale responsabilità. E, soprattutto, aveva modo di lavorare tra quelle colline che tanto amava.

Perché Mary non la vedeva come lui?

Con un sospiro, girò il cavallo.

Forse aveva esagerato un tantino, dicendo che sarebbe stato facile prendere in prestito vino, spezie e servitori dal laird confinante. Per fare tutto ciò, avrebbe dovuto trascorrere una notte fuori, una notte che invece avrebbe potuto avvicinarlo a Mary.

Avrebbe recuperato il tempo che aveva perso. E aveva il piano perfetto per farlo…

 

Durante tutto il giorno dopo e anche la sera, mentre era impegnata nelle proprie incombenze, Mary si accorse che sentiva la mancanza di Jamie, e non solo per il suo aiuto pratico. Jamie le aveva fatto capire chiaramente che avrebbe avuto tutta la collaborazione che le serviva in sua assenza, perciò non le mancò il sostegno.

Però si rese conto con sorpresa che le mancava il suo sorriso, anche le sue provocazioni.

E la cosa ancora più sorprendente era che non le mancava l’ambiente della corte. Negli ultimi due giorni non aveva pensato affatto ai pettegolezzi e agli intrighi, e neppure a Oliver Sinclair. E, ogni tanto, mentre passava davanti a una finestra di una torre di pietra, coglieva uno sprazzo del bosco, con gli alberi fitti di foglie verdi in boccio, che si estendevano a perdita d’occhio come un arazzo stupendo, più bello di quanto si aspettasse.

Allora ricordava il sangue che aveva intriso la terra ai piedi di quelle querce, così come aveva bagnato le strade quando il marito della regina aveva portato i suoi selvaggi uomini dei clan di confine nelle strade di Edimburgo. Le grida, le urla…

Entro la fine del giorno erano morti settanta uomini.

Solo perché quegli uomini rudi non conoscevano altro che la violenza.

Avrebbe pensato a quello, quando Jamie avesse messo di nuovo la mano sulla sua.

 

Eppure, quando Jamie tornò a mezzogiorno, Mary si ritrovò a ravviarsi i capelli e a guardare il proprio riflesso nel vetro per assicurarsi di avere i denti puliti. Gli aveva promesso d’insegnargli a ballare. Ma lui avrebbe ancora voluto imparare?

Quando il sole cominciò ad abbassarsi in cielo, Jamie la raggiunse nel salone, ormai dimenticato il suo malumore. «Da dove cominciamo?»

Lei rabbrividì per le sue parole, ma cercò di sorridere calma. «A ballare, vuoi dire?»

Lui annuì. «Che cosa si fa a corte?»

Mary non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, anche se guardarlo le faceva girare la testa. Quello che si faceva a corte, negli angoli e al riparo dietro le porte chiuse, improvvisamente le sembrava sin troppo allettante.

Gli porse la mano.

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