Sei già registrato? Entra nella tua area personale

Seduzione al castello

di BLYTHE GIFFORD

La dama di compagnia Mary Betoun sa benissimo che non deve fidarsi del proprio giudizio in fatto di uomini; il suo futuro non dipende da un marito, ma dalla sua capacità di accontentare la regina. Perciò quando la regina le affida il compito di approntare per la sua visita un castello in una località remota al confine con la Scozia, Mary sa che tutto deve risultare perfetto.

L’affascinante capitano del castello, Jamie Davison, è ben lieto di darle una mano se Mary lo aiuterà a sua volta… a diventare un pretendente più attraente per poter trovare moglie. La sua richiesta sembra del tutto innocente, anche se la vicinanza di Jamie ispira a Mary pensieri tutt'altro che innocenti. Ma potrà fidarsi di lui e delle sue mire? E di se stessa?

12

Jamie osservava attentamente Mary mentre si avvicinavano al lago, il posto che preferiva al mondo. Lì anche lei avrebbe visto sicuramente tutta la bellezza di quella terra.

«Ma non dovremmo continuare la battuta di caccia?» obiettò lei. «Non abbiamo neppure avvistato un cuculo.»

E non l’avrebbero mai visto, perché non c’era.

Ma non vedeva il motivo di farglielo sapere. Ancora. «Questo è uno dei suoi rifugi prediletti.»

Quando arrivarono a riva e smontarono di sella, lei rimase ferma e muta a contemplare il lago. «Sembra che le nuvole galleggino sull’acqua» disse infine.

Jamie si fermò alle sue spalle e le sussurrò all’orecchio: «È bello anche con la nebbia». Ma la fragranza che lo inebriava era quella dei fiori o era il profumo di Mary? «Spero che la donna che sposerò lo amerà quanto io amo lei.»

Jamie trattenne il fiato. Mary doveva capire per forza che quella donna era lei!

Lei girò la testa per guardarlo da sopra la spalla. «Non puoi aspettarti di avere sia l’amore, sia il matrimonio.»

No, nella sua voce non c’era il minimo accenno che aveva capito. «Perché no?»

«Oh, suppongo che possa capitare, ma…» Mary scrollò le spalle, poi lo scrutò attentamente, mettendolo a disagio. « È per questo che non ti sei sposato? Perché aspetti l’amore?»

Jamie non poteva dirglielo. Non in quel momento. «Finché non avrò un futuro stabile, non… Una donna ha bisogno di una casa.» Lì. Tra quelle colline che tanto amava.

Mary inclinò la testa di lato. «Non tutte le donne. La corte si sposta spesso. Edimburgo, Stirling, Linlithgow.» E lei non aveva fatto altro che viaggiare sin da quando era diventata ragazza. «Io non ho una casa, se non con la regina.»

Ma l’avresti, con me. «Un giorno, tuo marito sarà la tua casa.»

 

Tuo marito. Mary guardò Jamie e improvvisamente percepì il vero significato della parola casa come non aveva mai fatto prima.

Accanto a Oliver, per lei non c’era mai stata pace. Lo sguardo di Oliver vagava in continuazione, in cerca della prossima conquista, mentre lei si sforzava di mantenere la sua attenzione. Era un’impresa vana, ora lo sapeva. Lui era interessato solo alla caccia, alla conquista. E sua moglie l’avrebbe imparato a sue spese.

E Mary? Forse era stata come lui. Prima di Oliver c’era stato Johnnie Brunson. E altri. Ogni volta aveva dato la caccia al favorito del momento del re. Forse anche lei aveva cercato sempre una nuova conquista, il compagno perfetto, senza pensare all’amore né a una casa.

O aveva cercato quelle cose, ma con qualcuno che godesse del favore reale?

Eppure, ora lì c’era Jamie, forte e sorridente, e le sembrava l’incarnazione di tutti i suoi desideri.

Ma lui voleva un’altra.

«C’è qualcuno che ami, non è vero?» gli chiese. Quanto io amo lei, aveva detto. Ed era quello il motivo per cui aveva insistito così tanto per essere pronto a sposarsi.

«Sì», ammise lui, guardandola negli occhi.

Mary invidiava quella donna, chiunque fosse. Amata da un rude montanaro, sì, ma quell’uomo non sarebbe stato costantemente in caccia.

Si aspettava addirittura di amare sua moglie.

E forse Mary avrebbe potuto aiutarlo a essere felice, anche se lei non lo era. «Che cosa sai di lei?»

Jamie posò di nuovo lo sguardo su Mary, che capì che quella donna occupava per intero i suoi pensieri. «Non quanto dovrei. È per questo che… che l’ho chiesto a te. Se posso compiacere te, forse potrei compiacere… la donna che spero di sposare.»

Oh, come sarebbe stato bello se un uomo l’avesse amata così profondamente!

Mary mise da parte il conforto che le dava quel pensiero e scosse la gonna. «Dovrai faticare molto prima di piacermi.» Era una bugia. Lui le piaceva già tanto. Anche troppo.

Jamie sorrise di nuovo. «Allora dovrai continuare le tue lezioni. Intanto puoi insegnarmi a… baciare.»

La protesta di Mary le morì sulle labbra. Forse un bacio l’avrebbe distratta, evitandole di pensare al suo cuore confuso. Poteva inseguire una felicità temporanea, questo sì.

«Sì, baciare.» Avvertì un fremito alla bocca al solo pronunciare quella parola.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo 11 Vai a Capitolo 13 >