Sei già registrato? Entra nella tua area personale

Seduzione al castello

di BLYTHE GIFFORD

La dama di compagnia Mary Betoun sa benissimo che non deve fidarsi del proprio giudizio in fatto di uomini; il suo futuro non dipende da un marito, ma dalla sua capacità di accontentare la regina. Perciò quando la regina le affida il compito di approntare per la sua visita un castello in una località remota al confine con la Scozia, Mary sa che tutto deve risultare perfetto.

L’affascinante capitano del castello, Jamie Davison, è ben lieto di darle una mano se Mary lo aiuterà a sua volta… a diventare un pretendente più attraente per poter trovare moglie. La sua richiesta sembra del tutto innocente, anche se la vicinanza di Jamie ispira a Mary pensieri tutt'altro che innocenti. Ma potrà fidarsi di lui e delle sue mire? E di se stessa?

17

Quando si svegliò, Jamie trovò Mary seduta sul letto. Fissava un punto dritto davanti a lei, con la coperta tirata su fino al mento.

Era ancora troppo buio per decifrare l’espressione del suo sguardo. Ma non importava. Ormai la conosceva. Jamie si stirò e sorrise. Sotto le coperte, la sua mano trovò il ginocchio nudo di Mary. «Allora, adesso mi trovi degno?»

Gli venne quasi da ridere nel porle quella domanda. Avrebbe potuto giocare una mediocre partita a scacchi, e sgambettare goffamente ballando, però alla fine era stato solo l’amore che l’aveva fatta finire nel suo letto.

Si appoggiò su un gomito e, quando alzò lo sguardo verso il viso di Mary, vide che non sorrideva.

«Chi è lei?» gli chiese con voce tremante. «La donna che cerchi di conquistare?»

Lo stava stuzzicando di certo. Doveva sapere la verità. Gliel’aveva fatto capire con il suo corpo in mille modi. «Sei tu.»

Mary si girò a guardarlo, sgranando gli occhi. «Io?»

«E chi altri?» Doveva saperlo per forza! Però lei gli sembrava sorpresa. «So di avere detto…» Quali stupidaggini aveva detto? E perché Mary aveva l’aria di essere in collera? «Ma non intendevo che c’era un’altra donna.»

«Be’, cerca di dire quello che intendi veramente!»

Dirlo? L’avrebbe gridato! «Vuoi sposarmi?»

 

Mary avrebbe voluto gridare sì! E poi gettarsi di nuovo tra le sue braccia, baciarlo, stringerlo forte e rotolarsi ancora con lui tra le lenzuola. Dirgli Sì, ti sposerò, amore mio, e vivrò con te per tutta la vita.

E questo la terrorizzava.

Non aveva provato le stesse sensazioni con Johnnie Brunson e Oliver Sinclair?

Be’, non esattamente, ma si era dimostrata intelligente quanto una gallina in fatto di uomini. E ora era diverso?

Le sembrava che tutte le donne, anche la regina, si comportavano da stupide quando venivano corteggiate. Tutta la Scozia malediceva il giorno in cui Sua Grazia aveva sposato l’uomo che veniva da quelle terre.

E Mary sapeva che non avrebbe dovuto commettere lo stesso errore.

Jamie Davison l’aveva circuita con un sorriso e l’aveva sedotta per il proprio piacere.

Ancora peggio, lei gliel’aveva permesso.

E ora Jamie rideva di lei, e non aveva intenzioni serie riguardo al loro futuro più di quanto non avessero fatto gli altri.

Ma quel sorriso non l’avrebbe ingannata più.

Scostò di scatto le coperte e si alzò dal letto, sfuggendo alla sua mano. Non aveva imparato niente. Continuava ancora a inseguire una felicità perfetta e si rifiutava di farsi catturare.

Prima di poterlo affrontare, prese la camicia che aveva buttato a terra e si coprì.

«Allora?» la incalzò lui dal letto, ma con una nota incerta nella voce. «Vuoi sposarmi?»

Lei si girò, soddisfatta nel vedere che non sorrideva più.

«Sei un uomo crudele, Jamie Davison. Per te è solo uno scherzo. Come andare a caccia di cuculi!»

Non avrebbe pianto davanti a lui. Oh, no!

«Uno scherzo?» Ora Jamie non sorrideva. Era arrabbiato. Si alzò dal letto e si avvicinò torreggiando su di lei, troppo alto. «Non ti ho forse dimostrato in mille modi quello che provo? Il vino, le spezie…»

Lei scosse la testa. «Volevi solo fare colpo sulla regina. Il tuo futuro è nelle sue mani.»

La collera che traspariva dallo sguardo di Jamie mutò in qualcos’altro, non divertimento, ma piuttosto tristezza. «E tu che futuro avrai, Piccola Mary?»

Chi era lui per dispiacersi per lei? Un montanaro qualsiasi. «Il mio futuro sarà parfait

Di nuovo un sorriso, ma venato di malinconia. «Se è un uomo perfetto quello che attendi, allora no, non sono io.»

Se è un uomo perfetto quello che attendi…

Era così?

Jamie fece una pausa, e poi nel suo sguardo comparve un’altra emozione, troppo simile a pietà. Le mise una mano sulla guancia. «Spero che tu lo possa trovare, Mary.»

S’infilò i calzoni, poi chiuse la porta alle sue spalle, senza voltarsi a guardarla.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo 16 Vai a Capitolo 18 >