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Il bacio del duca

di VIRGINIA HEATH

Londra, 1812. 
Lady Dorothea Claremont - per gli amici, Dot - e Lord Peter Crawley sono amici da sempre, e promessi sposi sin dalla nascita. La loro unione è fortemente voluta dalle rispettive famiglie che rinsalderebbero così la loro posizione influente nella nobiltà inglese. Ma proprio quando viene annunciato e festeggiato il loro fidanzamento ufficiale, un bacio imprevisto con il provocante Lord Freddie, un impenitente seduttore, apre a Dot un mondo di emozioni che con Peter non prova e mette in moto un'inarrestabile valanga di conseguenze, con rivelazioni del tutto inattese...

 

Capitolo 7

7

Anche se non l’aveva schiaffeggiato per avere osato baciarla, Dot lo evitava dal pomeriggio precedente, quando si era allontanata a passo bellicoso e con uno sguardo omicida. Non era un’impresa facile, giacché in tutto erano solo una ventina di persone sotto lo stesso tetto in mezzo al nulla, e quel breve bacio era stato tanto emozionante che Freddie non era riuscito a dimenticarlo neppure per un istante.

Chi avrebbe mai detto che un semplice bacio potesse sconvolgerlo a tal punto? Invece baciare Dot l’aveva colpito come un fulmine sulla sommità del cranio. Stordito, Freddie aveva perso completamente la cognizione del tempo e dello spazio, nonché la testa. Ma la cosa più preoccupante era che sospettava di avere perso anche un pezzetto del suo cuore, perché non era come sempre. Gli trasmetteva una sensazione strana. Gli sembrava che si fosse gonfiato eppure fosse più leggero. E, ogni volta che pensava a Dot, con frequenza allarmante, batteva più rapidamente con trepidante agitazione e con un’eccitazione gioiosa. Come se improvvisamente avesse uno scopo, ora che aveva trovato una persona per cui battere.

Era una novità preoccupante, ancora più angosciosa per il fatto deprimente che il cuore di Dot non sembrava altrettanto colpito.

La sua prima reazione, quando aveva staccato le labbra dalle sue, era stata di stupore, subito seguita da un profondo orrore, prima di darsi alla fuga. In quel momento, Freddie l’aveva attribuito al suo innato senso del dovere che la spingeva a obbedire al volere della sua famiglia terribilmente tradizionalista, e ai sensi di colpa perché era praticamente fidanzata con Peter sin dalla nascita.

Freddie aveva continuato a pensarlo quando Dot aveva cenato in camera, la sera prima, adducendo come scusa un improvviso mal di testa, e poi l’aveva ignorato completamente quella mattina a colazione, quando si era seduta tra i genitori, come per farsi scudo con loro. Ora, mentre tutti gli invitati erano impegnati in un torneo di tiro con l’arco sul prato mentre sui tavoli vicini veniva servito un vero banchetto, Dot si dirigeva verso il boschetto sottobraccio al suo futuro fidanzato che portava un cestino da picnic con l’altra mano. Freddie la vide ridere alle sue battute e sorridergli come se improvvisamente lo adorasse.

E quella era l’ennesima preoccupazione da aggiungere alle tante che già lo angustiavano; difatti, mentre per lui quel bacio fatale aveva avuto il potere di deviare drasticamente l’attuale percorso della sua vita, visto che era tentato di abbandonare i suoi modi da scapolo impenitente, per Dot aveva avuto l’effetto di ribadire quale fosse il sentiero che le era stato tracciato dai genitori, e che aveva imboccato con Peter.

Freddie non sapeva come sentirsi, oltre che confuso, geloso e afflitto. Il giorno prima le labbra di Dot gli avevano trasmesso un messaggio contraddittorio. Un attimo ricambiavano il suo bacio con passione, e l’attimo dopo si serravano in una piega severa, facendogli la predica sulla decenza e il buonsenso.

Pieno di stizza impotente, Freddie diede una leggera gomitata a George che tendeva l’arco. «A te sta bene che tua sorella si avventuri nel bosco con un uomo senza essere accompagnata?»

L’amico ridacchiò.

Ridacchiò! Se fosse stata sua sorella, Freddie li avrebbe seguiti all’istante per assicurarsi che non facessero cose strane.

«Si sposeranno, Freddie.»

«Ma io non ho visto l’anello al dito di Dot!» Era vero, ma non avrebbe dovuto farselo scappare di bocca. «Oppure mi è sfuggito l’annuncio sul Times

«E’ un imminente fatto compiuto» sentenziò George. Incoccò la freccia e la osservò per controllare che fosse dritta. «E comunque il picnic è stata un’idea di nostra madre, perciò se per lei non è un problema, essendo attentissima al decoro e alle convenzioni, figurati se lo è per me…»

«Ma non pensi che Peter potrebbe attentare alla sua virtù? Se… Ci siamo capiti.» Diede un’altra gomitata a George. «Se una cosa tira l’altra…» Se fosse stato lui al posto di Peter, sarebbe stato ben lieto di comprometterla su quel prato in mezzo alle campanule.

«Allora direi che le eventuali conseguenze si spiegherebbero facilmente con la luna di miele. A quanto pare andranno nel Dorset.» Come se a Freddie interessasse la meta del loro viaggio di nozze! «I genitori di Peter hanno una casa in riva al mare, in cui dicono che sono andato due volte da bambino, anche se non lo ricordo affatto. Comunque trascorreranno lì tutta l’estate…»

Freddie smise di ascoltarlo e si concentrò sulla coppietta felice che ora era a poca distanza dal riparo degli alberi e dalla seducente radura piena di campanule, dove lui l’aveva baciata. Furibondo, prese una freccia, la incoccò e fu seriamente tentato di mirare in direzione di Peter. Una freccia conficcata nel didietro avrebbe decisamente smorzato l’ardore del suo rivale…

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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