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Il bacio del duca

di VIRGINIA HEATH

Londra, 1812. 
Lady Dorothea Claremont - per gli amici, Dot - e Lord Peter Crawley sono amici da sempre, e promessi sposi sin dalla nascita. La loro unione è fortemente voluta dalle rispettive famiglie che rinsalderebbero così la loro posizione influente nella nobiltà inglese. Ma proprio quando viene annunciato e festeggiato il loro fidanzamento ufficiale, un bacio imprevisto con il provocante Lord Freddie, un impenitente seduttore, apre a Dot un mondo di emozioni che con Peter non prova e mette in moto un'inarrestabile valanga di conseguenze, con rivelazioni del tutto inattese...

 

Capitolo 16

16

Dorothea era sbalordita. Ma poi, quando l’effetto della bomba sganciata da Peter si placò, si rese conto che non era sorpresa, perché ora capiva il motivo della totale assenza di attrazione tra loro. «Oh, Peter… Non so che cosa dire.» Era vero, in effetti. «Oltre che mi dispiace.» Peter non avrebbe mai avuto quello che ora lei aveva. Il suo vero amore era destinato a rimanere segreto, e la legge gli avrebbe imposto di nasconderlo.

«Invece a me non dispiace affatto, perché Toby è tutto ciò che desidero. Ho cercato di resistere, sinceramente. Gli ho detto addio e mi sono ripromesso di lasciare il nostro amore nel passato, perché tu eri il mio futuro, ma…»

«Ma il cuore desidera quello che vuole.» Dorothea gli strinse una mano. «Vorrei che me l’avessi detto prima di trovarci a questo punto.»

«Non è il genere di cosa…»

Ma Dorothea lo bloccò con la mano. «Invece è proprio il genere di cosa che ci si confida tra amici di lunga data. Voglio solo che tu sia felice, Peter, e se è Toby a renderti felice, ed è lui che il tuo cuore desidera, allora dovremmo ascoltare il nostro cuore, per una volta, e non i nostri genitori.»

«Purtroppo è più facile per te che per me.» La sua rassegnazione era tragica per Dorothea, che ora aveva ciò che lui non poteva avere. «So che devo sposarmi. Un giorno.» Fece una comica smorfia di disgusto che le strappò un sorriso. «E devo concepire l’erede del ducato che ci si aspetta da me, ma sarà più facile farlo in un’unione impersonale e senza amore, in cui la mia futura moglie è più interessata al mio titolo nobiliare che a me, e potremo condurre beatamente vite separate, come fanno tanti in società, una volta assolta l’incombenza obbligatoria di procreare. Sono ormai abituato da tanto a vivere una bugia, ma mi spezzerebbe il cuore portarla avanti con te.» Le cinse le spalle con un braccio, con fare fraterno. «Ti voglio bene da sempre, Dorothea… ma non in quel modo.»

«E’ un sentimento assolutamente reciproco, Peter.» Gli poggiò la testa sulla spalla e nello stesso istante sentì provenire dalla casa i primi accordi del valzer che era stato rimandato il più possibile. Subito immaginò le rispettive madri che li cercavano freneticamente. «E ora che cosa facciamo?»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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