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Il bacio del duca

di VIRGINIA HEATH

Londra, 1812. 
Lady Dorothea Claremont - per gli amici, Dot - e Lord Peter Crawley sono amici da sempre, e promessi sposi sin dalla nascita. La loro unione è fortemente voluta dalle rispettive famiglie che rinsalderebbero così la loro posizione influente nella nobiltà inglese. Ma proprio quando viene annunciato e festeggiato il loro fidanzamento ufficiale, un bacio imprevisto con il provocante Lord Freddie, un impenitente seduttore, apre a Dot un mondo di emozioni che con Peter non prova e mette in moto un'inarrestabile valanga di conseguenze, con rivelazioni del tutto inattese...

 

Capitolo 2

2

Che fosse tutto stabilito e programmato da sempre era il vero problema, almeno per Dorothea. Per quanto volesse bene a Peter da tutta la vita, non aveva mai nutrito il minimo sentimento amoroso nei suoi confronti. Perlomeno non provava le sensazioni intense di cui aveva letto nei romanzi o sentito parlare dalle amiche, che si struggevano sospirando con aria sognante per i loro spasimanti, o potenziali corteggiatori.

Per lei non era così. Non l’aveva mai guardato di sottecchi, con cupidigia e interesse femminile. Non aveva mai provato un fremito se si urtavano per caso. Non aveva il batticuore in sua presenza né la emozionava il suo minimo tocco. Lo sapeva con certezza assoluta perché nell’ultimo mese era stata attenta ad analizzare le proprie reazioni alla vicinanza di Peter, e mancavano del tutto gli aspetti che considerava normali e fondamentali in amore. Di sicuro non aveva mai provato il desiderio di baciarlo, né alcun desiderio di qualsiasi natura nei suoi confronti, se era per questo. Semmai il pensiero di abbandonarsi alla passione con lui la metteva a disagio. E questo era un problema concreto, considerato che la loro luna di miele incombeva all’orizzonte.

Visto che neppure Peter sembrava molto ansioso di approfondire l’espressione fisica dell’affetto che li legava sin da bambini, Dorothea era dubbiosa sul fatto che fossero una coppia perfetta, come sostenevano tutti. Peter non aveva mai tentato di carpirle un solo bacio. Neppure quando venivano lasciati soli appositamente per concedere loro qualche istante d’intimità.

«Oh, che bei fiori!» esclamò sua madre con un sorriso, sfiorando i petali delicati di un giglio orientale. «Hanno anche un profumo divino. Sei fortunata ad avere un corteggiatore tanto premuroso.»

Che Peter fosse anche l’unico la deprimeva ancora di più. Naturalmente Dorothea si rendeva conto del motivo per cui non era circondata da pretendenti. Perché mai un altro uomo avrebbe dovuto manifestare interesse nei suoi confronti, quando era promessa a Peter da tempo immemorabile? Però il fatto che nessuno l’avesse mai corteggiata era un altro segno che suggellava il suo destino, e conficcava un ulteriore chiodo nella sua bara che le andava decisamente stretta.

Si sforzò di sorridere per fare piacere a sua madre. «Sì, è vero.»

«Spero di avere un giorno un fidanzato fantastico come Peter» commentò sua sorella minore, Felicity, con il sospiro sognante che Dorothea non riusciva a fare.

«Non siamo ancora fidanzati ufficialmente» puntualizzò subito. Almeno quello le dava l’illusione di avere ancora una scappatoia e la possibilità di scegliere, pur sapendo che era una speranza del tutto futile.

«Ma lo sarete presto, cara.» Sua madre le strizzò l’occhio con fare ammiccante. «Fidati.» Poi lei e il padre di Dorothea scambiarono un’occhiata eloquente, che le fece capire che le due famiglie avevano già programmato tutto, così come fino a quel momento avevano stabilito nei minimi particolari il suo futuro. Quasi come se l’opinione di Dorothea al riguardo non avesse alcuna importanza.

Poi sua madre spostò lo sguardo verso l’orologio. «Santo cielo, sono quasi le cinque! Dobbiamo prepararci per il ballo!»

«Ma la carrozza non arriverà prima delle otto!» Tre ore di preparativi per farsi bella per una serata che non la entusiasmava affatto era un destino peggiore della morte. «E poi non è il mio debutto stasera.» A Dorothea era stato concesso un anno di tregua per potersi godere la prima stagione mondana dopo il debutto in società, e perché Peter potesse completare gli studi a Cambridge e sicuramente fare follie prima di mettere la testa a posto.

«Può darsi. Ma io e tuo padre vogliamo che stasera tu sia particolarmente sfavillante.» Quel commento di sua madre non prometteva bene, specialmente visto che allo stesso tempo muoveva le sopracciglia con fare allusivo. «Andiamo, Dorothea!»

La spinse fuori dal salottino e Dorothea percorse a forza il corridoio, ma quando arrivarono ai piedi delle scale entrò in casa suo fratello George.

«Avevo detto che non sarei arrivato tardi» esclamò sorridendo a tutte e due mentre si toglieva la giacca. «Anche se l’ultima cosa che desideravo era abbandonare i divertimenti di Brighton per fingere d’interessarmi a un mucchio di sciocche debuttanti.»

Contrariata per il suo atteggiamento irrispettoso ma anche sollevata perché era finalmente tornato a casa dopo un mese di scorribande in quella scandalosa cittadina festosa sulla costa, la madre accorse a salutarlo con un bacio sulla guancia. «Sei riuscito a cavartela per il rotto della cuffia, come sempre. E meno si parla del tuo comportamento mentre eri fuori, meglio è.» Come al solito, le bravate di George avevano fatto notizia sui giornali. «Do la colpa a quei debosciati dei tuoi amici che ti hanno portato sulla cattiva strada.» Ovviamente le tendenze edonistiche del suo unico figlio maschio non potevano essere assolutamente colpa sua, benché non fosse mai stato un tipo succube.

Con perfetto tempismo, entrarono in casa anche i due amici debosciati appena nominati. L’affascinante Lord Jasper Beaufort e l’irritante Lord Freddie Fitzroy erano spudoratamente scandalosi quanto suo fratello. Dei due, sua madre aveva particolarmente perso le speranze per Freddie, soprattutto perché, malgrado in apparenza sembrasse il contrario, i suoi genitori, i Duchi di Avondale, erano sempre stati i loro principali rivali in società. Mentre i Claremont erano dediti al dovere e all’impegno, i Fitzroy prediligevano la scintillante mondanità, al punto che avevano diviso in due fazioni la nobiltà. O si era uno stimato sostenitore dei Claremont, o un frivolo amico dei Fitzroy, e i due gruppi non dovevano mai mescolarsi.

In teoria.

In pratica, essendo vicini di casa a Berkeley Square, George e Freddie erano carissimi amici di lunga data come Dorothea e Peter, anche se Dorothea non si era mai sentita a suo agio in presenza di Freddie. Forse perché aveva qualche anno più di lei. Ed era terribilmente arrogante e indisponente.

«Ciao, Dot.» Quel mascalzone l’aveva sempre chiamata così per irritarla. «Non ti vedevo da una vita.» Da più di un anno, a dire il vero, perché, come gli altri effervescenti Fitzroy, anche Freddie era stato nella tenuta di famiglia dove sua sorella trascorreva la convalescenza dopo un terribile incidente. «Sei cresciuta bene.»

Poi, sicuramente per provocare la madre che lo disapprovava, prese la mano di Dorothea e ne baciò il dorso.

E avvenne l’impensabile.

Perché immediatamente Dorothea fu scossa da un fremito e il suo cuore accelerò i battiti come non aveva mai fatto prima di allora.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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