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Il bacio del duca

di VIRGINIA HEATH

Londra, 1812. 
Lady Dorothea Claremont - per gli amici, Dot - e Lord Peter Crawley sono amici da sempre, e promessi sposi sin dalla nascita. La loro unione è fortemente voluta dalle rispettive famiglie che rinsalderebbero così la loro posizione influente nella nobiltà inglese. Ma proprio quando viene annunciato e festeggiato il loro fidanzamento ufficiale, un bacio imprevisto con il provocante Lord Freddie, un impenitente seduttore, apre a Dot un mondo di emozioni che con Peter non prova e mette in moto un'inarrestabile valanga di conseguenze, con rivelazioni del tutto inattese...

 

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Berkeley Square, Londra, 1812. Il primo giorno della stagione mondana…
 

Lady Dorothea Claremont fissò il mazzo di fiori con la morte nel cuore.

Non erano gli splendidi fiori di serra a deluderla, né l’armonia della composizione o la premurosità e l’attenzione che dimostrava la ricerca dei suoi fiori prediletti fuori stagione, e per giunta nei suoi colori preferiti. No, la sua mancanza di entusiasmo era diretta al gentiluomo che glieli aveva inviati. E lei si sentiva in colpa per questo, perché il signore in questione era privo di difetti quanto quell’omaggio floreale.

Lord Peter Crawley, erede dell’antico ducato di Leigh, era aitante, ricco, affabile e buono di cuore. Secondo l’umile opinione di Dorothea, quelle ultime due caratteristiche erano le più importanti, benché i suoi genitori fossero più contenti del suo rango, che era elevato quanto il loro.

Suo padre e sua madre, ovvero il Duca e la Duchessa di Warminster, erano nobili e potenti quanto i genitori di Peter. I due duchi erano un tutt’uno con lo scranno del Parlamento che occupavano, e facevano parte del Gabinetto del Primo Ministro. Erano statisti molto stimati, che avevano dedicato la vita al servizio della nazione, perciò le rispettive mogli erano considerate figure influenti in società, in cui imponevano con discrezione il proprio parere in materia di gusto e decoro, dando il proprio esempio impeccabile e rifuggendo dalla frivolezza a cui cedevano così tanti aristocratici, cosicché rifulgevano come fari d’inappuntabile condotta, che anteponevano a tutto il proprio dovere. Erano nobildonne da emulare, esempi a cui aspirare, l’incarnazione ideale della nobildonna per antonomasia. Il fatto che i loro mariti, il Duca di Leigh e il Duca di Warminster, fossero migliori amici sin dalla nascita non faceva altro che rafforzare la gioia perché le due nobili casate erano finalmente destinate a unirsi per matrimonio.

O, almeno, era ciò che avevano supposto tutti sin da quando Dorothea e Peter erano piccoli. Le loro future nozze erano state decise quando giocavano ancora intorno alle gonne delle loro madri. Era una conclusione tanto scontata che nessuno dei due aveva mai messo in discussione che ci si aspettasse di vederli uniti in matrimonio. Per questo, per onorare degnamente l’inizio della seconda stagione mondana a cui Dorothea avrebbe partecipato dopo il suo debutto in società, la loro amicizia di una vita si era trasformata senza soluzione di continuità in un corteggiamento in piena regola. Peter non aveva ancora chiesto ufficialmente la sua mano, ma le loro madri erano già impegnate a organizzare le loro nozze, che si sarebbero celebrate durante la lunga pausa estiva del Parlamento.

Con perfetto tempismo e convenienza.

Deciso e suggellato.

La favola d’amore perfetta, un’unione scritta nelle stelle.

O no?

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