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Uno sceicco sotto l'albero

di ABBY GREEN

Ammaliata dal tocco dello sceicco!

Dopo sei mesi di passione, il desiderio reciproco tra Riad e Cassidy non accenna ad affievolirsi. Cassidy, però, ha bisogno di qualcosa di più: il loro rapporto è intenso, ma senza impegno, e Riad non intende offrirle nulla di più.

Cassidy decide che ne ha abbastanza: esce quindi dai confini del letto del miliardario per entrare in una dimensione della sua vita in cui nessuna donna era mai stata ammessa.

Riad potrà accettare che Cassidy sia l’unica donna a cui non può proprio rinunciare?

 

 

5

A Riad non fece affatto piacere il senso di panico che aveva avvertito appena aveva sentito la voce di Cassidy e, girandosi, l’aveva vista sgranare gli occhi azzurri dopo che aveva chiaramente udito quello che aveva appena detto.

Non gli piacque neppure la stretta allo stomaco che gli fece capire che c’era qualcosa che non andava. Non gli piaceva perché non doveva esserci niente di strano. Se Cassidy era turbata per quello che aveva udito era dovuto solo al fatto che, malgrado lui fosse stato assolutamente schietto, aveva finito per aspettarsi qualcosa di più… come tutte le donne.

Vi frequentate da sei mesi. Che cosa ti aspettavi? Insinuò una vocina insidiosa. Era naturale che lei si aspettasse qualcosa di più.

Invaso dalla collera, Riad cercò Cassidy in mezzo al mare di gente. Le persone lo intercettavano, aggrappandosi a lui, le donne cercavano di attirare la sua attenzione – Riad, caro… – ma lui aveva solo voglia di scrollarsi tutti di dosso con un ringhio, perché l’unica cosa che volesse vedere era una familiare massa di capelli rosso scuro. Ma Cassidy non era da nessuna parte, e Riad fu attanagliato da una sensazione di vertigine vagamente nauseante, come se stesse cadendo nel vuoto. Era la stessa sensazione che provava solo quando non riusciva a scorgere Elise per più di un secondo tra la gente, oppure quando sua figlia si ammalava e lui si sentiva attanagliare dall’impotenza.

Intravide una delle uscite del salone e si lasciò alle spalle la festa, imprecando tra sé e sé mentre cercava di orientarsi nel labirinto dei corridoi. Per poco non urtò una donna, che doveva fare parte del personale perché non indossava un abito da sera e aveva l’aria troppo seria, ma Riad la dimenticò alla svelta appena si accorse di essere vicino alla loro camera.

Quando entrò vide subito Cassidy in terrazza; gli voltava le spalle e guardava la città sottostante dal parapetto basso.

Prima Salim si era scusato perché le stanze erano piuttosto spartane, in quanto l’albergo aveva bisogno di essere rimodernato, ma Cassidy aveva detto a Riad che le piaceva il suo fascino sbiadito che ricordava un passato grandioso.

Quel commento ora lo indispettì, perché sapeva che nessuna delle donne presenti alla festa avrebbe avuto la stessa impressione. Alloggiavano quasi tutte nell’unico resort a cinque stelle del paese, che – si vedeva – aveva raggiunto l’apice del suo fasto una ventina di anni addietro.

L’irritazione per la facilità con cui Cassidy si era insinuata nei suoi pensieri rese più brusco il suo tono quando uscì in terrazza. «Che cosa ti è preso?»

Le sue spalle nude sembravano incredibilmente fragili, il collo lungo e pallido, i capelli raccolti e di un rosso intenso che si stagliava contro il cielo del Tabat al crepuscolo, già punteggiato dalle prime stelle. L’abito nero senza spalline era l’emblema dell’eleganza classica, eppure valorizzava alla perfezione le sue curve sensuali. Il sangue di Riad scorreva già più rapidamente nelle vene, come gli succedeva sempre quando era con lei.

Notò la tensione del suo corpo, e quel dettaglio lo irritò ancora di più.

«Cassidy?» Avrebbe voluto prenderla per le spalle e voltarla verso di sé, ma qualcosa lo frenò. Un’insolita trepidazione.

Tuttavia, quando infine lei si girò, lui provò quasi un senso di sollievo. Il suo viso era... inespressivo. Però non turbato. Pallido. Ma Cassidy aveva già la carnagione chiara, grazie alle sue origini irlandesi.

Un lampo passò rapido nei suoi occhi azzurri. «Scusa, ero solo… Nel salone mi mancava l’aria per il caldo.»

Ma il sollievo di Riad durò poco. Mentiva, si vedeva. Era rimasta sconvolta da quello che aveva sentito. Per un gusto quasi perverso, avrebbe dovuto essere contento della reazione che si aspettava – quella di una donna petulante che voleva qualcosa di più – invece di quell’atteggiamento evasivo.

Avanzò fino a bloccarla tra il suo corpo e il parapetto. Sentiva le sue curve flessuose che gli aderivano addosso, attraverso il tessuto leggero dell’abito che non costituiva una barriera.

Lei gli mise le mani sul petto e Riad vide il fuoco nei suoi occhi, di quell’azzurro intenso che gli aveva infiammato i sensi nell’attimo stesso in cui l’aveva vista incedere sulla passerella, eterea e al tempo stesso incredibilmente sexy. Un cocktail inebriante.

«Riad… Non ho voglia di fare l’amore.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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