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Uno sceicco sotto l'albero

di ABBY GREEN

Ammaliata dal tocco dello sceicco!

Dopo sei mesi di passione, il desiderio reciproco tra Riad e Cassidy non accenna ad affievolirsi. Cassidy, però, ha bisogno di qualcosa di più: il loro rapporto è intenso, ma senza impegno, e Riad non intende offrirle nulla di più.

Cassidy decide che ne ha abbastanza: esce quindi dai confini del letto del miliardario per entrare in una dimensione della sua vita in cui nessuna donna era mai stata ammessa.

Riad potrà accettare che Cassidy sia l’unica donna a cui non può proprio rinunciare?

 

 

12

A Cassidy tremava la bocca. Riad non l’aveva ancora baciata ma era già protesa, tumida, in attesa di unirsi alla sua. «Accidenti a te, Riad» gli disse. «Solo perché puoi fare leva sulla mia debolezza non significa che hai vinto.»

Riad si sentì raggelare. Per negare quell’umore cupo e calmare i pensieri che lo tormentavano portò Cassidy lungo il corridoio verso la lussuosa camera da letto dell’aereo, dov’erano già stati insieme tante volte.

Cassidy si detestò per averlo seguito. Sapeva che, se avesse opposto resistenza, lui si sarebbe fermato subito. Il problema era che la conosceva sin troppo bene. Sapeva quanto lo desiderava, come e dove toccarla per farle perdere la testa.

Le sue parole gli avevano scatenato qualcosa dentro ma, pur essendo gratificata per avergli suscitato quella risposta emotiva, era sicura che fosse solo una reazione del suo ego virile, indispettito perché lei era pronta a chiudere prima di lui. Pronta? No, non sarebbe mai stata pronta, era quello il problema.

Perciò quando Riad la depositò sul letto e cominciò a spogliarsi, Cassidy si disse debolmente che la sua non era una resa: voleva solo immagazzinare ricordi da custodire dopo averlo lasciato – appena l’aereo fosse atterrato. Allora niente e nessuno sarebbe riuscito a fermarla.

 

Quando si svegliò, Cassidy guardò disorientata la luce rosea che filtrava dai finestrini. Era l’alba. A poco a poco si rese conto che erano ancora a bordo dell'aereo, diretti in Europa.

Era piacevolmente indolenzita in ogni parte del corpo. Facendo l’amore, Riad aveva dimostrato un’intensità che l’aveva stupita e infiammata.

Fortunatamente in quel momento non era nella camera da letto a osservare la sua reazione. Non le era difficile immaginare la sua espressione beffarda, che sarebbe stata come sale sparso sulla sua ferita.

Si era rivelata debole. Gli aveva detto che era finita, e a lui era bastato toccarla per prendersi gioco delle sue parole e dimostrarle la facilità con cui era in grado di manipolarla.

Si rifugiò nella doccia per cercare di restituire una parvenza di decenza al suo aspetto stropicciato. Indossò dei jeans comodi e una semplice blusa di seta, poi fece un respiro profondo prima di uscire in cabina, sperando di essere ormai vicini a Ginevra.

Però mentre stava per aprire la porta si bloccò raggelata. Era sicura di avere udito una risatina infantile, e dei bisbigli vicino alla porta, poi la voce di Riad che diceva con fermezza: «Lasciala dormire, monella».

Con il cuore in gola, Cassidy aprì la porta di scatto e fu investita da un violento stupore quando si trovò a fissare due occhi scuri identici a quelli di Riad… ma incastonati in un grazioso visetto di bimba, incorniciato da lunghi capelli neri. Davanti alla sua espressione maliziosa, nella mente di Cassidy passò un pensiero fugace – non sembrava una bambina che qualche ora prima piangeva disperata al telefono.

Sì, ma quante ore? Fissò il viso inespressivo di Riad e gli chiese con voce roca: «Dove siamo?».

«A metà strada tra Ginevra e Parigi.»

Cassidy fu invasa dalla mortificazione. Quindi Riad era stato tanto passionale a letto da mandarla in coma…

Ma dalla voce di Riad non traspariva alcuna emozione. «Cass, ti presento mia figlia Elise. Elise, lei è Cassidy.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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