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Chiudi gli occhi

di JACKIE ASHENDEN

Da tre anni Lincoln e Grace hanno una storia basata unicamente sul piacere.

Concorrenti nel mondo degli affari di giorno, di notte hanno trovato il modo di sfogare lo stress incontrandosi ogni tre mesi nelle salette appartate del Club dei Milionari.

Ma ora Linc vuole qualcosa di più da Grace, e intende rischiare il tutto per tutto per averlo. Sa che lei stenta a fidarsi, perciò per raggiungere il suo scopo dovrà dimostrarle che può fidarsi di lui… e per cominciare dovrà convincerla a mettersi completamente nelle sue mani e ad abbandonarsi al suo seducente dominio.

 

 

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Lincoln

Le parole le erano uscite di bocca roche e disperate, e aumentavano ancora di più la mia soddisfazione. Ti prego. Non mi aveva mai implorato. Neppure una volta. Era morbida, calda e bagnata sotto le mie dita, tremava tutta e la fragranza della sua eccitazione permeava l’aria. Averla china sul letto così davanti a me, con la pelle candida contro il velluto blu, i capelli biondi sciolti, e la sua voce dolce che mi supplicava…
Non l’avevo mai desiderata così tanto. Perché mi permetteva di fare ciò che volevo, di toccarla, e m’implorava, sottomettendosi al piacere che le procuravo. L’avevo privata della vista e legata, togliendole la possibilità di scegliere.
Però no, non era vero. Aveva sempre scelta. Avrebbe potuto fermarmi, o voltarsi e andarsene. O lasciarmi andare via come l’avevo minacciata di fare.
Invece no.

Aveva chinato il capo e si era sottomessa.

Avvertivo una pressione al petto, il desiderio intenso e possessivo di farla mia. Di costringerla ad ammetterlo. Però sarebbe stato un errore farmi trasportare dall’impazienza. Volevo che scegliesse di sua spontanea volontà. Però, naturalmente, non sarei stato io se non le avessi forzato leggermente la mano.
Strinsi il foulard che le legava i polsi per assicurarmi che non potesse muoversi, poi mi chinai per appoggiarmi alle sue cosce da dietro e bloccarla tra me e il letto. L’accarezzai, stimolandole il clitoride con i polpastrelli e premendolo per farla tremare e ansimare.

«Che cosa mi dai se ti faccio venire?» la provocai. «Che cosa sei disposta a fare se ti do ciò che vuoi?»

«Che cosa vuoi dire?» replicò con voce strozzata. Mosse i fianchi cercando di avvicinarsi di più alla mia mano.

Ma io la staccai dalla sua carne e feci scorrere le dita lungo l’interno delle cosce, in su e in giù. «Voglio una cosa da te, Gracie. E credo che tu sappia che cos’è.»

«Io n… non…» balbettò.

«Sì che lo sai.» Le accarezzai il fondoschiena, palpandolo. «Però hai paura di dirlo.»

Gemette, cercando di premere il corpo contro la mia mano, ma per come la tenevo le era difficile muoversi. «Non ho paura. Dillo e basta.»

Le insinuai di nuovo la mano tra le cosce e le infilai un dito dentro, facendola sussultare. «Voglio quello che ho sempre voluto da te.» Affondai il dito più profondamente. «Voglio questo. Ogni notte, non solo ogni tre mesi. Ti voglio nel mio letto. A tavola con me. Nel mio soggiorno. Nella mia casa… per sempre, Grace.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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