Favola di Natale a New York
di SARAH MORGAN
Roxy ha imparato a non credere alle favole, ma per il prossimo Natale vuole che sua figlia Mia abbia tutto quello che ha sempre sognato. Non appena i fiocchi di neve cominciano a scendere su Manhattan, Roxy però non può più nascondere il suo sogno segreto: un bacio sotto il vischio col suo affascinante collega James. James sa che con Roxy deve andarci piano: lei ha già sofferto in passato e oltre al suo cuore, deve proteggere anche la sua adorabile figlia Mia. Ma non appena le notti di dicembre diventano più fredde e l'attrazione tra loro si fa più forte, James decide che è ora di agire. Se Roxy gli permetterà di entrare nel suo cuore, forse per questo Natale potrà fare in modo che i suoi sogni diventino realtà... |
Perché glielo aveva detto?
Non era una cosa di cui parlava mai perché faceva parte del suo passato.
"Dov'era l'errore? Diventare avvocato o abbandonare la professione?" domandò Roxy.
"Diventare avvocato."
"Quindi, per capire, tu sei cresciuto pensando di voler essere un avvocato e poi quando ci sei riuscito hai odiato la professione?"
"Diciamo di sì. Mio padre era un avvocato. Un ottimo avvocato."
"Non è più avvocato?"
James posò lentamente il bicchiere sul tavolo. "È morto quando avevo diciassette anni."
"Mi dispiace." Il senso di colpa e l'angoscia riempirono gli occhi di Roxy. "Non me ne hai mai parlato. Non volevo essere insensibile..."
"Tu non potresti mai essere insensibile. E comunque sono stato fortunato in tante altre cose. Ho avuto un'infanzia felice fino a quel momento." Sapeva che Roxy aveva avuto molto, molto meno di lui. E nonostante ciò era così coraggiosa.
"Ma forse, prendila con le pinze, è stato più facile. Voglio dire, hai amato i tuoi. Tuo padre era il tuo eroe."
"Lo era."
"E quando è morto, volevi essere come lui" mormorò.
"Fare ciò che aveva fatto lui. Renderlo orgoglioso. Ho ragione?"
James annuì. Sentiva un groppo alla gola. "E tu pensi di non essere intelligente?"
"Che tipo di avvocato eri?"
"Di diritto penale"
"Oh. Così hai visto tanta brutta roba."
Troppa brutta roba.
Ricordando quei tempi, James fece un sorriso amaro. "Roba davvero brutta. Il tipo di esperienza che ti fa domandare se c'è rimasta al mondo una sola persona buona. C'era un caso in particolare...". S'interruppe. Avrebbe veramente rovinato una serata perfetta con i dettagli di quel caso che lo aveva indotto a lasciare la professione? "Lascia stare, non importa. Mi sono reso conto di non amare ciò che stavo facendo. E inoltre mio padre credeva fortemente nella vita vissuta appieno e che si deve fare ciò che amiamo. Lui amava la legge, il diritto. Io no".
"Così sei ripartito da zero e hai preso un'altra laurea. Wow. Sei stato coraggioso."
"È coraggioso quello che tu hai fatto."
"Io?"
"Allontanare Eddie per costruirti una vita con tua figlia. Fare tutto da sola, senza alcun supporto..."
"Avevo il sostegno di Matt, Paige, Frankie, Eva..." deglutì emozionata. "E soprattutto avevo te. Ma invece parlami delle tue relazioni... Parlami di donne. Hai commesso degli errori in tal senso?"
"Non sono mai stato abbastanza coinvolto da commettere errori con le donne. Tu sei una persona straordinaria, Rox. Studi e fai due lavori..."
"Così da poter comprare la casa per le bambole della principessa alla mia bambina?". Sorrise. "Le mie priorità sono ben strane, vero? Dovrei investire quei soldi per l'università e per l'istruzione di Mia."
"Penso che l'acquisto di un palazzo delle principesse quest'anno sia una buona scelta".
"Dovrei pensare al futuro".
"Se imparerà a vivere bene adesso, in futuro saprà prendersi cura di se stessa".
"Se avessi saputo cucire, avrei ricamato ciò che mi hai appena detto su un cuscino e ci avrei dormito sopra". Lo sguardo di Roxy si posò sul sorriso appena accennato di James.
James posò il suo tovagliolo sul tavolo. "Andiamocene da qui."