Rerum Novarum
di ALDO CAZZULLO
Nel maggio 1891 Leone XIII dà alle stampe un’enciclica destinata a cambiare il mondo: la Rerum Novarum.
Contro un modello basato sullo sfruttamento dei lavoratori e sull’arricchimento di pochi ai danni di molti, il Papa ribadiva la centralità della dignità umana e la necessità della solidarietà, facendo interloquire il Cristianesimo con le nuove sfide sociali ed economiche. Centoventiquattro anni più tardi, nel maggio 2025, Robert Francis
Prevost è stato eletto Papa e ha scelto di chiamarsi Leone. Una scelta, come mostra Aldo Cazzullo nella sua illuminante introduzione, tutt’altro che casuale.
Come Leone XIII si era trovato ad affrontare i problemi legati alla rivoluzione industriale, così Leone XIV si trova ad affrontare quelli causati dalla rivoluzione digitale, a partire dai pericoli provocati dall’intelligenza artificiale, che rischia di proiettarci in un mondo post-umano, in cui molti mestieri saranno obsoleti e il ragionamento e il sapere diventeranno monopolio delle macchine. Mentre, ieri come oggi, sempre più persone vivono al di sotto della soglia di povertà e le ricchezze si accentrano in poche mani.
Papa Prevost ha scelto così di ripartire dal nome Leone, dalle parole del suo predecessore, dalle riflessioni, più attuali che mai, della Rerum Novarum.