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Quando arriva Natale

di AMY VASTINE

Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
 
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
 

 

 

8

«Fammi vedere com’è.» Josie bussò alla porta per la quinta volta.

«Esco subito.»

L’aveva già detto un quarto d’ora prima, e ormai Clint era nell’ufficio del direttore da più di venti minuti. Josie cominciava a spazientirsi. «Se non esci, entro io, ti avverto.»

Pochi istanti dopo la porta si socchiuse. Josie non vedeva Clint, ma poteva sentirlo. «Allora entra.»

Lei sgusciò nella stanza e chiuse la porta. Clint era tutto vestito, compreso berretto e stivali. La cintura era un po’ troppo stretta, ma per il resto era perfetto.

«Va benissimo. Sei uguale a com’era Nate il giorno in cui hai battuto la testa.» Gli allentò la cintura.

«Quel colpo deve avermi annebbiato il cervello. Non posso farlo.» Clint si tolse i guanti bianchi e li buttò per terra.

«No, dai! Ormai sei qui. Ti sei travestito. Tanto vale andare fino in fondo. Puoi farcela. Sarà imbarazzante e anche un po’ scomodo, ma puoi sopravvivere. Sai quanto è importante per Nate.»

Lui la fulminò con lo sguardo da dietro gli occhiali finti, poi si chinò a raccogliere i guanti. «Sei sicura che non si veda la cicatrice?»

Clint girò la testa e chiuse gli occhi, come se non volesse vederla mentre lo scrutava. Era preoccupato che un bambino potesse tirargli la barba, o che si spostasse e li spaventasse.

«Non si vede affatto. Nessuno se ne accorgerà.»

«Lo spero.» Si tamponò la fronte con un fazzoletto di carta. «Se un bambino dice qualcosa me ne vado.»

Josie gli prese la mano. «Sarò lì e non mi muoverò.»

Clint fece un respiro profondo e le strinse la mano. «Allora andiamo, elfo Josie.»

Uscirono dall’ufficio del direttore e andarono nell’atrio che era stato trasformato nel Polo Nord. C’erano scatole di tutte le dimensioni avvolte in carta regalo come doni di Natale, disposte sotto due alberi addobbati ai due lati della sedia su cui avrebbe dovuto sedersi Clint. Josie fece tintinnare le campanelline argentate che le aveva dato il direttore del cinema per annunciare l’arrivo di Babbo Natale, e si trascinò dietro Clint.

Si sentirono esultare le decine di bambini e i loro genitori che erano nella fila che serpeggiava, delimitata dai cordoni. L’espressione di gioia sui visetti la intenerì.

«Saluta con la mano e fai ho, ho, ho» mormorò a Clint, che le camminava accanto come un soldatino di latta.

«Ho, ho, ho! Buon Natale!» tuonò Clint a voce sorprendentemente alta, considerata la sua ansia. Non sventolò la mano, ma Josie si accontentò. Lui passò in rassegna la folla con lo sguardo. Josie non sapeva che cosa cercasse.

Clint si accomodò sul trono di Babbo Natale, continuando a scrutare le persone, in cerca di chissà cosa. Josie s’inginocchiò accanto a lui.

«Stai bene?»

«Forza, facciamo questa cosa e togliamoci il pensiero» disse con voce roca.

«Stai andando bene. Cerca di rievocare la sensazione di un bambino che vede Babbo Natale. Attingi ai tuoi bei ricordi, fallo per loro, okay?»

Clint annuì, e per un’ora si sforzò d’impersonare Babbo Natale per i bambini di Grass Lake. Promise un cucciolo a Conner Gordon. Probabilmente non era ciò che la madre di Conner avrebbe voluto sentirgli dire. Avvertì Polly Donaldson sui pericoli dei trampoli a molla. Ora Polly era convinta che Babbo Natale avesse un fratello che si chiamava Nate, e Josie era curiosa di guardare più da vicino i due incisivi di Nate per vedere se si capiva che erano finti.

Josie sorrise, fiera di sé per avere convinto Clint a fare qualcosa che lo metteva a disagio. Anche se era nascosto sotto il costume da Babbo Natale, era comunque in mezzo alla gente, interagiva e sembrava quasi divertirsi. Andava tutto bene.

Forse anche troppo bene…

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