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Quando arriva Natale

di AMY VASTINE

Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
 
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
 

 

 

5

«Josie è sposata?» chiese Nate la mattina dopo, mentre controllava i capelli guardandosi nello specchietto del parasole. «Una così carina sarà sposata, giusto?»

Clint aprì lo sportello dell’auto. Quel giorno avevano troppo da fare per rimanere seduti nel parcheggio a spettegolare. «Vuoi dire che solo le persone belle si sposano?»

«Certo che no. Sai cosa intendo. Le persone belle attirano più persone e quindi è più facile che abbiano dei legami.»

«Comunque, Josie è carina, sì, e non è sposata. È vedova, veramente.» Clint scese dell’auto e chiese a Nate di aprire il portabagagli. Sperava che con la nuova sega circolare avrebbe finito presto quel lavoro.

«Da poco?» chiese Nate, raggiungendolo.

Clint non sapeva perché suo fratello fosse tanto curioso. Nate gli aveva fatto capire che probabilmente non sarebbe rimasto a Grass Lake dopo le feste. Cercava lavoro nella zona di Nashville da quando era tornato dall’Europa.

«Da qualche anno. Prima di venire in città.»

«Hai detto che ha figli. Piccoli? Grandi?»

«Una figlia adolescente, Lily. Credo che faccia l’ultimo anno delle superiori.»

Nate batté le mani. «Fra poco andrà via di casa. Perfetto!»

«Ma che importanza ha? Credevo che avresti continuato la tua crisi di mezz’età altrove fra qualche settimana.»

Le sopracciglia cespugliose di Nate erano nascoste dal berretto di lana, ma Clint era sicuro che le stesse muovendo con fare allusivo. «Chissà, Josie potrebbe anche darmi un buon motivo per rimanere qui.»

Era una prospettiva che infastidiva Clint per diversi motivi, perché Nate dormiva nella sua camera degli ospiti e lui era stanco di avere un coinquilino. Erano d’accordo che si trattava solo di una sistemazione temporanea mentre Nate cercava lavoro.

«In tal caso dovrai chiedere a mamma e papà se possono ospitarti, perché fra poco ti butterò fuori casa.» Clint prese la sega nuova ed entrò.

Josie era impegnata a mettere dei berrettini da Babbo Natale sulle bottiglie di liquore dietro il bancone. In tutto il ristorante erano sparsi scatoloni di addobbi natalizi. Sul pavimento c’erano due abeti ancora avvolti dalla rete. Oltre alla ghirlanda che Josie aveva appeso il giorno prima, c’erano delle palle di Natale giganti che pendevano dal soffitto.

La campanella sopra la porta attirò l’attenzione di Josie, che era in jeans e maglietta con la scritta Elfo preferito di Babbo Natale. Si morse nervosamente il labbro inferiore. «Ciao, ragazzi.»

Aveva i capelli raccolti in una coda di cavallo e lo sguardo di Clint fu immediatamente attirato dalla curva elegante del suo collo. Lo metteva a disagio il turbamento che Josie gli provocava.

«Buongiorno, bella signora.» Nate si fermò vicino al fratello. «Vuoi veramente che Babbo Natale scriva il tuo nome sull’elenco dei buoni, per lavorare così tanto e a quest’ora.»

«Sono sempre stata mattiniera. E poi volevo farmi trovare qui al vostro arrivo.»

«Ah, capisco perché!» Nate le strizzò l’occhio e indicò una palla di vischio appesa all’ingresso.

Josie si mise le mani sui fianchi. «Mi hai beccato» sospirò.

Nate sorrise sornione poi si batté sulla guancia, per chiederle un bacio.

«Clint, sei caduto dritto in trappola.»

Prima che potesse sfuggire, Josie gli diede un bacio sulla guancia.

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