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Quando arriva Natale

di AMY VASTINE

Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
 
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
 

 

 

7

«Vuoi uscire con me?»

«Ti ho solo invitato a cena.»

«Stasera?»

«Veramente pensavo a venerdì.» La voce di Josie sembrava strana, più acuta del solito.

«Cioè domani? Volentieri.»

Ecco fatto. Nate aveva conosciuto Josie il giorno prima e lei gli aveva già chiesto di cenare insieme. Per Nate era semplice. Non doveva neppure sforzarsi.

Clint non gradiva affatto la stretta allo stomaco che provò. Si concentrò sull’incombenza di avvitare le tavole della pedana.

Il cellulare di Nate fece dlin. Era un messaggio. «Oh, no.»

«Che c’è?» chiese Clint.

«Domani pomeriggio ho accettato d’impersonare Babbo Natale al cinema, però ho appena ricevuto la convocazione per un secondo colloquio in quella ditta di Nashville. Penso che vogliano assumere qualcuno prima delle feste.»

«Annulla Babbo Natale» gli consigliò Clint.

«Non può» intervenne Josie.

«Be’, non può non presentarsi al colloquio di lavoro.»

Nate sorrise sornione. «E se non annullassi nessuno dei due appuntamenti? Se fossi in due posti contemporaneamente?»

«Come pensi di fare, Houdini?»

«Nello stesso modo in cui ho convinto la professoressa Lemon che ero in punizione mentre ero in punizione anche con il professor Houston nell’altra aula.»

Clint scosse la testa. «Assolutamente no. C’è una bella differenza tra imbrogliare un’insegnante decrepita e impersonare qualcuno a un colloquio. Sono sicuro che alla ditta ricorderanno che non hai una cicatrice in faccia.»            «Non ti manderei al colloquio.»

«Faresti Babbo Natale» precisò Josie. «E potresti nascondere la cicatrice con la barba. È geniale!»

«Non se ne parla. Non posso impersonare Babbo Natale. Io sono l’esatto contrario.»

Nate e Josie erano troppo impegnati a esultare per il loro fantastico piano per sentirlo protestare. Il pensiero di trovarsi in una stanza con un branco di marmocchi che volevano sedersi sulle sue ginocchia rischiava di fargli venire una crisi isterica.

Ma Josie sembrava entusiasta dell’idea. «Potrei venire con te come elfo assistente. Dai, Clint. Accetta! È Natale e tuo fratello e i bambini della città hanno bisogno del tuo aiuto.»

«Devo finire il cablaggio. Non vuoi che sul palco per Boone Williams funzioni tutto?»

«Sono solo due ore» aggiunse Nate, insistendo. «Avrai tutto il tempo di finire quello che hai da fare qui.»

Josie lo fissava con gli occhi azzurri imploranti. Era difficile dirle di no.

«Però ti occuperai tu di tutti i bambini capricciosi» le disse Clint. «E, appena finito, Babbo Natale se ne andrà subito.»

«Affare fatto! Allora domani abbiamo un appuntamento.»

Sentirle usare quel termine lo fece tentennare. Sarebbe stato sufficiente per cambiare idea e dire di no, ma davanti al sorriso raggiante di Josie gli fu impossibile deluderla.

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