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Quando arriva Natale

di AMY VASTINE

Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
 
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
 

 

 

6

Clint rimase immobile sotto il vischio, impietrito.

Ma che cosa le era saltato in mente? si chiese Josie.

Faith aveva insistito perché invitasse a cena Nate, mandandola in confusione, e lei aveva baciato il fratello sbagliato. Il giorno prima Clint le aveva fatto capire chiaramente che non gradiva il contatto fisico, mentre Nate sembrava l’esatto contrario.

«Come va la testa?» gli chiese, cercando di andare oltre.

Nate diede una pacca sulle spalle a Clint. «Sta bene. Giusto, Clint? Stai bene, vero?»

La domanda ebbe effetto, perché Clint si riscosse, annuì e abbassò lo sguardo sullo scatolone che reggeva. «Devo montare la sega nuova.»

«Ottimo. Mi serve un palco se voglio che si esibisca Boone Williams.»

Nate rimase a bocca aperta. «Boone Williams canterà qui? A Grass Lake? »

«Speriamo. Sei un suo fan?»

«Lo adoro! Io e la mia ex andavamo sempre a sentirlo quando faceva un concerto a Detroit. Era eccezionale.»

Un’altra cosa che Josie e Nate avevano in comune. Clint non sembrava condividere la loro ammirazione per quel famoso cantante country. Passò accanto a Josie e si mise a togliere la sega dall’imballaggio.

«Lo è ancora. L’estate scorsa è stato a Grass Lake, veramente, per registrare un nuovo album per la casa discografica di Dean Presley.»

«Perché non me l’hai detto, Clint? Dobbiamo venire al concerto.»

Clint scosse la testa. «Non vado ai concerti. Mi… fanno venire il mal di testa.»

«Ma dai! Ascolti sempre musica a tutto volume nella tua officina in casa, ti sento.»

«Non verrò qui la vigilia di Natale, Nate» sbottò Clint. «Però tu fai come ti pare.»

Nate parve sconcertato quanto Josie, ma si affrettò a stamparsi un sorriso in faccia. «Mio fratello è uno spasso, eh?» Josie tentò di ricambiare il suo sorriso. «Però con lui guadagno di più che a fare Babbo Natale, perciò sarà meglio che mi rimbocchi le maniche.»

I fratelli McBride si misero all’opera, e poche ore dopo avevano completato la struttura del palcoscenico. Josie aveva montato i due alberi di Natale e li aveva addobbati con le luci. Ora servivano delle palle di Natale. Aprì una delle scatole verdi e rosse vicino al bar, per cercarle, ma continuava a lanciare occhiate ai fratelli.

Quando la cicatrice di Clint non si vedeva, erano identici. Avevano le stesse mascelle squadrate e capelli corvini, anche se quelli di Nate erano un po’ più lunghi. Avevano anche delle pose simili, come quando inclinavano leggermente la testa a destra per ascoltare l’altro che parlava, oppure dondolavano impercettibilmente sui piedi quando erano fermi, in attesa che l’altro finisse qualcosa.

Josie non poté fare a meno di chiedersi quante altre somiglianze avrebbero avuto se non ci fosse stato l’incidente. Clint le suscitava tanti interrogativi. Che cosa era andato a studiare all’università ma poi non aveva portato fino alla laurea? Perché non si era iscritto altrove? E pensava di riprendere gli studi?

Nate si accorse che li fissava. «Come va lì, Josie?»

Clint girò la testa. Appena gli occhi di Josie si posarono sulla cicatrice, distolse lo sguardo. Josie non avrebbe voluto metterlo a disagio, ma evidentemente continuava a farlo. Faith aveva ragione. Lei aveva tanto in comune con Nate.

«Va bene. Mi chiedevo se volessi cenare con me una di queste sere.»

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