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Quando arriva Natale

di AMY VASTINE

Mancano pochi giorni a Natale ma, invece di pensare ai dolcetti delle feste, nella mente di Josie Peters aleggiano visioni apocalittiche.
Proprietaria di un bar ristorante, il Sundown, sa che deluderà tutta la città se non terminerà i lavori di ristrutturazione in tempo per riaprire per il concerto di Natale di Boone Williams, famosissimo cantante country.
Deve concentrarsi.
E non dovrebbe essere difficile, con un tuttofare taciturno come Clint. Però per ogni minuto che trascorre ad appendere festoni, ne passa un altro a guardare lui. Il misterioso, ombroso Clint che pensa solo al lavoro, e a nient’altro.
Josie sa che scapperebbe a gambe levate se lei tentasse di approfondire la conoscenza.
E’ iniziato il conto alla rovescia per il Natale, e Josie non può permettersi di perdere l’uomo che deve costruirle il palco… e ha anche conquistato il suo cuore.
 
OGNI MERCOLEDì UN NUOVO CAPITOLO!
 

 

 

15

Josie aveva chiamato i rinforzi. Era disperata. Il giorno prima aveva detto troppo e Clint l’aveva piantata in asso. Ora aveva bisogno di escogitare un piano altrimenti non avrebbe potuto riaprire il Sundown quando aveva previsto.

«Chi di voi sa mettere le prese elettriche?» Fissò gli amici a uno a uno. Faith scosse la testa. Harriet strabuzzò gli occhi. Dean Presley, il fidanzato di Faith, era impegnato a guardare il cellulare. Invece il fratello di Faith, Sawyer, si strinse nelle spalle come per scusarsi. Lily alzò gli occhi al cielo.

«Perché non lo chiami per chiedergli scusa per quello che hai detto o fatto?» le suggerì sua figlia con un sospiro esasperato.

«Qui c’è un elenco degli elettricisti della zona. Vuoi che cominci a fare qualche chiamata?» le domandò Dean, mostrandole lo schermo del cellulare.

«Sai quanto mi farebbe pagare un elettricista per finire tutto la settimana prima di Natale? Tanto vale che chieda a Boone di fare un concerto acustico.»

«Ehi, non è una cattiva idea» osservò Sawyer. «Il concerto potrebbe chiamarsi Boone Williams unplugged.» Anche Sawyer era un cantante che faceva parte della casa discografica di Dean. Se per lui funzionava, magari si poteva tentare.

«Aspetta» intervenne Dean. «Vorresti farmi chiamare Boone Williams quando manca una settimana al suo primo concerto dal vivo dopo anni, e chiedergli di cambiare completamente la scaletta e stravolgere i brani e riarrangiarli?»

«Non funzionerà mai» rispose Faith al posto del fratello. «E se invece installassimo delle prolunghe per utilizzare le prese già esistenti?»

«Buona idea, stellina» disse Harriet, dandole una pacca sulla spalla.

«Serve un circuito elettrico apposito per la strumentazione che verrà installata sul palco» obiettò Dean. «Boone avrà le casse, microfoni, luci e amplificatori. Non puoi alimentare tutto con le prolunghe.»

«Che ne dici se chiamo io Clint, gli chiedo scusa a tuo nome e gli prometto che se viene a finire il lavoro non gli romperai più le scatole?» propose Lily.

In quel momento si aprì la porta ed entrò Nate con le guance rosse e le punte delle orecchie paonazze per il freddo. «Ho una buona notizia» annunciò.

«Ti prego, dimmi che Clint finirà il lavoro!» replicò Josie.

«Clint finirà il lavoro.»

Tutti esultarono e Josie emise un sospiro di sollievo.

«A una condizione, però» aggiunse Nate.

«Tutto quello che vuole» promise Josie. Purché avesse completato il palco in modo che filasse tutto liscio per il concerto di Boone, avrebbe accettato qualsiasi richiesta.

«Non puoi stare qui mentre lavora» la informò Nate.

Nella stanza scese il silenzio. Josie ebbe l’impressione di avere il cuore stretto da una morsa. «Vuole che vada via dal mio ristorante quando c’è lui a lavorare?»

«Tu e tutti gli altri.» Nate fece una smorfia imbarazzata. «Scusa, Josie. Ha dei problemi. Non so come aiutarlo, ma so come aiutare te. Clint ha bisogno di stare da solo.»

«Non posso lasciarlo qui da solo quando devo finire di sistemare il locale prima della riapertura.»

«Non dev’esserci nessuno» insistette Nate. «Puoi organizzarti in qualche modo?»

«Ci penserò. Digli da parte mia che gli sono grata per qualsiasi cosa vorrà fare.»

«Mi dispiace che mio fratello sia un orso ipersensibile.»

Tutti cominciarono ad andarsene. Nate andò a chiamare Clint. Faith salutò Josie con un bacio sulla guancia e le promise di farsi viva più tardi. Dean e Sawyer l’abbracciarono, poi corsero via.

«Consolati» osservò Harriet, «ti ha considerato tanto speciale da mandarti quei fiori. Sicuramente si calmerà.»

«Ah, ma non è stato lui a mandarmeli. È stato Nate.»

Harriet aggrottò le sopracciglia. «Sono i fiori presi al mio negozio, giusto?»

«Sì.»

«E li hai avuti ieri mattina?»

«Sì.»

«Allora, scemotta, te li ha mandati Clint.»

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