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Chiudi gli occhi

di JACKIE ASHENDEN

Da tre anni Lincoln e Grace hanno una storia basata unicamente sul piacere.

Concorrenti nel mondo degli affari di giorno, di notte hanno trovato il modo di sfogare lo stress incontrandosi ogni tre mesi nelle salette appartate del Club dei Milionari.

Ma ora Linc vuole qualcosa di più da Grace, e intende rischiare il tutto per tutto per averlo. Sa che lei stenta a fidarsi, perciò per raggiungere il suo scopo dovrà dimostrarle che può fidarsi di lui… e per cominciare dovrà convincerla a mettersi completamente nelle sue mani e ad abbandonarsi al suo seducente dominio.

 

 

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Lincoln

Grace mi guardò interdetta, con gli occhi sgranati per la sorpresa. «Vuoi bendarmi? Davvero?»
Non avevamo mai fatto giochetti erotici. Solo sesso senza fronzoli. Però fare solo sesso non mi avrebbe dato ciò che volevo, e lo sapevo.
Grace si era protetta dietro una barriera altissima e, per arrivare a lei, avrei dovuto abbatterla. Ormai doveva sapere che poteva fidarsi di me, darmi non solo il suo corpo ma anche il suo cuore che custodiva gelosamente.
«Sì, davvero. Stasera voglio avere io il potere, Gracie.»
Un lampo indecifrabile le illuminò lo sguardo per un istante. «Perché?»
«Perché meriti di abbandonarti e lasciar fare tutto a qualcuno, tanto per cambiare.» Sostenni il suo sguardo. «Meriti che qualcuno si prenda cura di te.»
Un delicato rossore si diffuse sul suo viso e scese fino al collo, poi più giù tra i suoi bei seni nudi, con quei capezzoli rossi e turgidi, smaniosi di essere leccati. Ero sicuro che, se le avessi insinuato le dita tra le cosce, sfiorando i morbidi riccioli biondi, l’avrei trovata bagnata. Per me.
Era pronta per me. O, almeno, lo era il suo corpo. Il suo cuore era un’altra storia.
Mi aveva raccontato del suo ex e di quello che le aveva combinato; sapevo che per questo diffidava delle storie serie. Ma io non ero come lui. Rispettavo l’azienda che Grace aveva costruito da zero e non avrei mai tentato di togliergliela, non avrei mai preteso che vi rinunciasse come aveva fatto lui. Dovevo farglielo capire, e farmi credere.
«Oh, ma io…» cominciò.
«Fallo, Grace» insistetti in tono più autoritario possibile. «Per stasera, lascia che sia io a prendere tutte le decisioni.»
Lei distolse lo sguardo. «Ma che cosa ti è preso? Non facciamo mai queste cose.»
«Vuoi dire che non ti va?»
Tornò a fissarmi. «E tu vuoi dire che devo farlo?»
«No, certo che no. Non ti costringerei mai a fare una cosa che non vuoi.»
«Allora, se non volessi mettermi quella benda?»
Era giunto di momento di azzardare; dovevo rischiare, se volevo che la mia strategia di gioco funzionasse. Vi avevo puntato tutto.
Dovevo scommettere che, in fondo, volesse fidarsi di me.
«Non sei tenuta a farlo, ma sappi che se ti rifiuti vado via.»
Strabuzzò gli occhi, sorpresa. «Come? Perché?»
Non potevo non dirle la verità. «Magari tu non vuoi niente di più dal nostro rapporto, Gracie, ma io sì. E intendo dimostrartelo.»

 

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