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Fantasie senza volto

di TAWNY WEBER

Durante una festa in costume, la timida Zoe Gaston scopre un lato di se stessa che non credeva di possedere. Con il volto celato da una maschera, è più facile realizzare le proprie fantasie, così tra le braccia di uno sconosciuto si regala inconfessabili quanto superbi momenti di passione. Come dice il proverbio, però, il bel gioco dura poco: quando ogni inganno viene a cadere, scopre che quell'uomo irresistibile è proprio "lui", il suo...

9

Zoe uscì dalla doccia avvolta da una soffice nuvola di vapore profumato. Le ci erano voluti venti minuti sotto l'acqua bollente per togliersi di dosso la stanchezza.

Dopo aver pranzato con quelli del club della matematica – sia per le sue ricerche che per promuovere l'elezione di Julie come reginetta – aveva trascorso alcune ore in libreria. Successivamente, per svuotare la mente dal pensiero di Dex e dalla delusione che aveva letto nei suoi occhi, aveva partecipato a una gita.

La cosa più incredibile è che aveva apprezzato davvero la compagnia delle persone con le quali aveva conversato. Alcuni, sì, erano un po' pesanti, altri superficiali. Però si era divertita.

Si era ritrovata persino a considerare di partecipare al pomeriggio del benessere alle terme, organizzato per il giorno seguente. Qualunque cosa pur di non pensare a Dex. Cosa che sembrava impossibile. Tutti parlavano di lui. Di quanto fosse cambiato, di quanto fosse in forma, del fascino che aveva acquisito. Una tortura.

Ringhiò rabbiosa e scaglio l'asciugamano, che prima avvolgeva i suoi capelli bagnati, dall'altra parte della stanza. Ogni singola cellula del suo corpo gridava vendetta per essersi negato quel dolce assaggio di paradiso che le era stato offerto. Al diavolo le conseguenze! Tuttavia, la razionalità aveva avuto la meglio. Non voleva ferire Dex. Non se lo sarebbe mai perdonato.

Frustrata si gettò sul letto, con l'accappatoio umido addosso, e afferrò il portatile sul comodino. In quell'istante, il suo cellulare squillò.

Scrutò il display ed esalò un sospiro di sconforto. Quindi rispose. «No, Meghan. Non ho ancora trovato Gandalf.»

«Sembri scocciata, come se ti tormentassi dalla mattina alla sera» replicò la cognata, irritata. Poi il tono cambiò. «Volevo solo dirti che mi manchi e sapere come te la passi.»

«Perdonami. È che sono avvilita. Ho scoperto che la maggior parte dei ragazzi qui è simpatica e affabile. E io mi sento un'emerita idiota per averli considerati dei bastardi, facendo di tutta l'erba un fascio.»

«Fatto amicizie?»

«Non esageriamo» rilanciò subito Zoe. «Sai che sono un po' difficile in quel campo.»

«Sei mia amica, no?»

«Solo perché sei la moglie di mio fratello e mi tocca sopportarti.»

Entrambe scoppiarono a ridere benché, in fondo, sapessero che era la verità. «Il tuo problema è che sei troppo dura con te stessa» sostenne Meghan, con tono meditabondo. «Sei una donna brillante e devi dare agli altri l'opportunità di scoprirlo.»

«Sì, come no!» borbottò Zoe.

«Che ne è stato di quel gran figo che hai adocchiato il primo giorno?»

«Si tratta di Dex, purtroppo.»

«Il tuo amico?»

«Già. Il mio vecchio e caro amico. Perché i ragazzi devono essere così problematici?» proruppe Zoe esasperata, afferrando il flacone di crema per il corpo e iniziando a cospargersi la pelle.

«Oh, smettila! Gli uomini sono semplici. Sei tu che complichi le cose. Dovresti frequentarne qualcuno, ogni tanto. Non schivarli.»

Zoe fece una smorfia. Lei non evitava le persone. Semplicemente, sceglieva di non avere rapporti a lungo termine. Ecco perché l'uomo misterioso era perfetto per lei. Tempo limitato. Nessun legame o obbligo. Sesso sfrenato, passione selvaggia, orgasmi da sballo. Alla fine, una serena stretta di mano.

E poi c'era Dex. Lui rappresentava l'impegno, il coinvolgimento. Il che la terrorizzava da morire. In quel momento si sentiva attratta da due uomini e la cosa non era da lei. Li desiderava entrambi alla follia. Tanto che avrebbe persino accettato un triangolo.

Per distrarsi da quelle elucubrazioni morbose, gettò un'occhiata al portatile, prestando un vago orecchio alla predica di Meghan. Nel bel mezzo dello schermo c'era un'icona che non aveva mai visto. Zoe sobbalzò. Chi aveva messo le mani sul suo computer? Senza perdere tempo, fece partire una scansione antivirus, quindi estrasse la chiave USB, cercando di ricordare se avesse eseguito o meno il salvataggio dei dati, quella mattina.

«Sei una persona meravigliosa» continuava a cantilenare la cognata. «Quante persone avrebbero mollato tutto per soccorrere il proprio fratello, come hai fatto tu? Nessuno, credimi. E magari il tuo aiuto non serve più. Zach è andato a quel colloquio.»

Indaffarata a controllare i risultati della scansione, Zoe quasi non l'ascoltava più. Quando vide che era tutto a posto, reinserì la chiavetta, meditando sul da farsi. Intrigata, cliccò sull'icona. Si aprì una camera virtuale. Nel bel mezzo di essa campeggiava un enorme letto, con tanti cuscini di raso ammassati contro la testata e tende trasparenti che scendevano morbidamente dal soffitto. Sulle coltri di seta spiccavano due figure animate. Nude. Molto nude.

Zoe spalancò gli occhi. «La Microsoft gli ha offerto un impiego e lui sta seriamente valutando la possibilità di accettarlo.»

Oddio! A Zoe sfuggì un rantolo di totale sbalordimento. La ragazza virtuale era lei.

«Sì, è stato uno shock anche per me» si lamentò Meghan. «Non sopporto l'idea che molli tutto così.»

Con un grugnito, lei pose le dita sui tasti con le frecce per far muovere le figure. L'uomo sul display aveva il volto nascosto da una maschera, ma il sorriso era ben visibile. Zoe studiò come muovere l'immagine all'interno della stanza e notò che l'avatar che la rappresentava era estremamente accurato. Mancava solo una cosa. Il tatuaggio.

 Fantastico! Chiunque fosse la mente dietro tutto ciò, era un genio. Seduzione attraverso un videogioco. Era Gandalf? No, quello non era il suo stile distintivo. Crudo, forte e molto animato. I personaggi davanti ai suoi occhi erano... reali.

 Lo sguardo scivolò verso un logo, in basso. Avigraph. Niente da fare. Anche quell'indizio non portava a Gandalf. Mosse di nuovo il proprio avatar e studiò il fisico muscoloso e sexy del ragazzo nell'ombra. I battiti accelerarono, l'adrenalina iniziò a scorrerle nelle vene. Un porno animato! Non osava immaginare cosa avrebbe potuto udire se avesse attivato l'audio.

«Gli ho confessato che tu stavi cercando Gandalf. Ha detto che sei matta, ma so che nutriva un po' di speranza. Perciò, non mollare, okay?» La voce di Meghan fece una pausa. «Zoe? Sei arrabbiata perché gliel'ho detto?»

«Arrabbiata?» lei sbatté gli occhi, senza capire. Era troppo impegnata a seguire il personaggio maschile che aveva sollevato lentamente una mano per stringere e accarezzare il seno della figura femminile. Il pollice sfiorò il capezzolo in modo seducente e provocante. Un violento calore avvolse la parte più intima di lei. Deglutì a fatica. «No, no... non sono affatto arrabbiata.»

«Vuoi parlarne?»

«Ecco, credo di dovere elaborare la cosa. Magari ci sentiamo più tardi» disse, chiudendo la comunicazione.

Zoe riportò l'attenzione sul logo. Si domandò se il suo amante misterioso avesse creato solo i loro personaggi o fosse, invece, il realizzatore del programma.

L'unica cosa certa era che questo tizio si era inserito abusivamente nel suo computer. Ma come? Quando? Doveva aver accesso alla sua stanza...

 Alzando gli occhi sul macho mascherato sullo schermo, lo vide chinarsi, contrarre gli addominali in maniera molto eccitante e afferrare tra le labbra un capezzolo inturgidito. Anche quelli reali di Zoe si gonfiarono fino quasi a dolerle.

Le mani di lui scivolarono, tracciando il contorno del corpo di lei, dal seno alla vita, e poi più giù fino a raggiungere il triangolo scuro tra le sue gambe. Zoe strinse automaticamente le cosce, mentre un calore umido la stava infiammando.

Sollevando una mano virtuale di lei, l'avatar maschile lambì le sue dita con la lingua e le fece poi muovere sempre più in basso. Quindi le spinse nella valle tra le sue gambe. Il cuore le andò su di giri come un motore impazzito e, sempre rapita, seguì la sua tacita richiesta. Usando il touchpad in perfetta sincronia con i suoi movimenti, lasciò che l'avatar la imitasse. Si inumidì le dita con la lingua e poi tracciò dei piccoli cerchi provocanti attorno alle punte rigide del suo seno sodo e rotondo. La figura maschile scivolò sul corpo di lei, muovendosi sempre più giù. Quindi le sollevò le cosce per appoggiarle sulle proprie spalle e si gettò sul suo sesso. Zoe serrò gli occhi emettendo un lamento e le immagini dell'uomo misterioso le riempirono la mente. Provò nuovamente le vertiginose sensazioni di quando lui l'aveva amata con la bocca e con la lingua e, abbandonato il touchpad, lasciò che le dita dessero sollievo al suo corpo spingendole ed estraendole dentro di sé con ritmo incalzante.

D'improvviso, l'immagine di Dex, il suo viso, i suoi grandi occhi, si fece largo nella sua mente annebbiata, incitandola ad aumentare l'intensità delle carezze delle sue dita. Un attimo dopo Zoe emise un grido soffocato e tutto il suo corpo fu attraversato da una serie di incontrollabili scosse elettriche che la lasciarono sfinita.

Appena fu in grado di riprendere fiato, aprì gli occhi e fissò l'avatar maschile sullo schermo. Apparve una nuvoletta, come quelle dei fumetti.

 È stato bello?

 Ridendo divertita, Zoe prese a scrivere sulla tastiera per rispondere. Favoloso, per me. E per te?

 Quasi perfetto.

 Quasi?

 Sarebbe stato meglio se tu fossi stata davvero qui.

Zoe ansimò. Il solo pensiero di ripetere nella vita reale ciò che era appena accaduto virtualmente rischiò di provocarle un secondo orgasmo.

 Un'altra nuvoletta. Ti va di provarci?

 Zoe non aspettava altro! Dove e quando?

 Domani notte, in una stanza speciale.

 Perché speciale?

 Ci sono delle condizioni alle quali dovrai sottostare. Zoe era sempre più intrigata. Per esempio?

 La stanza sarà completamente buia o tu dovrai essere bendata. In cambio della tua promessa di non violare la mia identità segreta, ti prometto di farti godere mille volte e in mille modi diversi.

 Zoe scoppiò in una sonora risata. Quanto tempo abbiamo?

 Dodici ore. Accetti?

 Lei esitò il breve spazio di un istante. Doveva chiederglielo. Non poteva farne a meno. Sei Gandalf?

 Trascorsero diversi, interminabili secondi. No. Perché?

 Zoe tirò un sospiro di sollievo. Non poteva fare sesso con un tizio che stava inseguendo per motivi di lavoro. Digitò in fretta la risposta. È il motivo per cui partecipo alla rimpatriata. Devo assolutamente trovarlo.

 Perché?

 Il suo amante virtuale era molto curioso. Ho una proposta d'affari per lui. Sai per caso chi sia?

 Silenzio. Zoe sbuffò, contrariata. L'atmosfera elettrica ed erotica si era infranta. Lascia stare. Dimentica quanto ti ho detto scrisse, cercando di rimediare all'errore che aveva commesso e martellando sui tasti nervosamente.

 Sarò alla porta della tua camera domani sera alle otto.

Nuvolette e avatar sparirono. Un senso di abbandono ingiustificato e doloroso la colse come una coltellata. Turbata e confusa, Zoe chiuse il portatile.

Accoccolata con le braccia serrate attorno alle ginocchia sul traballante pavimento di legno della casetta sull'albero, Zoe contemplava il vuoto con mille pensieri che le si accavallavano nella testa. Zach, Gandalf, Dex, l'uomo mascherato. Che confusione...

Un fruscio fra i cespugli la mise in allarme. Incuriosita e un po' scocciata che qualcuno disturbasse la sua meditabonda solitudine, si chinò per guardare attraverso l'apertura dell'assito.

«Ehi!» esclamò, non appena vide che si trattava di Dex, mentre le spalle le si tendevano come un arco. «Sappi che rivendico il diritto di prelazione. Ma, visto che sei tu, sarò magnanima e ti farò salire.»

«Quanta generosità!» ribatté lui, iniziando ad arrampicarsi sui pioli malmessi per raggiungerla. Nello spazio di pochi istanti, la sua testa sbucò dalla botola. «Vieni qua spesso?»

Facendo forza sui suoi imponenti bicipiti, Dex si sollevò all'interno dell'angusta casetta. «Come mai non stai partecipando ai vari giochi organizzati dai ragazzi?»

«Non ne avevo voglia. Mi sentivo nostalgica e avevo bisogno di starmene un po' da sola. Speravo che questo posto emanasse ancora quella magica energia positiva di un tempo.» Scrollò le spalle e gli mostrò uno squarcio all'altezza del ginocchio. «Così ho rischiato la vita e strappato un paio di jeans per salire fin quassù.»

«A cosa pensi?» le domandò lui, scrutandola.

«A un sacco di cose. Mi chiedo se non mi sono comportata da cretina, durante gli anni della scuola, impuntandomi a ignorare tutto e tutti.»

«Non sei mai stata una cretina.»

«Temevo che tu mi avessi considerata tale ieri» sussurrò lei.

«Vuoi dire che hai cambiato idea?»

Zoe scosse il capo. «Non voglio rischiare la nostra amicizia. Sono stata già abbastanza stupida da perdere i contatti con te in questi anni. Non voglio che accada di nuovo.» Per sdrammatizzare la situazione, gli strizzò un occhio. «Perciò, farò finta di non notare che pezzo di figo sei diventato.»

Gli sorrise e lui ricambiò. Tuttavia, nel suo sguardo si leggeva una profonda frustrazione.

«Lo sai che sono uno spirito libero» continuò Zoe. «La mia attività, il continuo viaggiare avanti e indietro, mi costringono a non impegnarmi.»

«Ami così tanto il tuo lavoro?» le chiese Dex, con tono indecifrabile.

«Non immagini quanto. Ma solo in questi giorni ho iniziato a realizzare che dovrei trovare posto e tempo anche per gli altri. Ho capito che sono in grado di farmi degli amici. E ne sono entusiasta.»

A lui sfuggì un sorrisetto malizioso. «Dovresti fare sempre ciò che ti... eccita.»

«L'eccitazione è cruciale» ribatté lei, lanciandogli un'occhiata assassina.

«Quindi l'obiettivo della settimana è diventare l'amica intima e molto speciale di tutti i ragazzi presenti alla rimpatriata? O solo di alcuni esemplari altamente selezionati?» chiese lui, con tono scherzoso.

Lei gli sferrò una gomitata, come quando erano adolescenti. «Non intendevo questo. Tuttavia, questa riunione si sta rivelando meno odiosa di quanto mi aspettassi.»

Dex esitò, contemplando la sua espressione seria. «Senti, devo dirti una cosa...» La vibrazione del suo cellulare nella tasca della giacca di pelle nera lo interruppe. Estrasse il telefono e lesse il messaggio. «Pare che il direttore sia un idiota, e che ci siano dei problemi con la consegna della biancheria. Devo andare.»

«I tuoi genitori saranno orgogliosi delle tue capacità organizzative.»

«Mi hanno chiamato stamattina» aggiunse lui. «Non ho mai sentito mio padre così rilassato. Mi ha ringraziato. Non avevo realizzato che i miei non si prendessero una vacanza da dodici anni.»

Intanto che lui rispondeva al messaggio, Zoe abbassò lo sguardo sul suo cellulare e... lo riconobbe. Era lo stesso modello in possesso dell'uomo mascherato! Il sangue le si gelò nelle vene. Non era possibile. Confusione, emozione e sbigottimento si mescolarono mandandole la testa in tilt. «Devo scappare» disse lui con un sospiro. Poi si chinò e le pose un leggero bacio sulla pelle della gamba, visibile attraverso lo strappo dei jeans. «Ceniamo insieme?» buttò lì Dex, con aria casuale.

 E adesso? Zoe non sapeva cosa dire. Doveva fare finta di niente o inveire contro di lui per essersi celato dietro una maschera? Scrutò i suoi intensi occhi color acquamarina e vide la lotta interiore che stava infervorando dentro l'anima di Dex. Speranza, mescolata con ansia e paura. Qualcosa nel profondo del suo cuore si sciolse. Nessuna rabbia, nessun risentimento. Solo il desiderio di trascorrere più tempo insieme a lui.

«Certo!» rispose infine, con entusiasmo. Tuttavia, non poté fare a meno di provocarlo. «Però dobbiamo cenare presto perché ho un appuntamento più tardi.»

Ah! Colto in fallo! Lo conosceva troppo bene per non notare un fremito delle ciglia e un'impercettibile tensione della mascella. Nascondeva qualcosa. E lei sapeva perfettamente cosa.

Dex non proferì parola. Le accarezzò una guancia e sparì nel buco sul pavimento. Zoe lo seguì con lo sguardo mentre si allontanava in fretta tra la boscaglia. Scosse la testa ed esalò un profondo respiro. Ancora non riusciva bene a comprendere cosa stesse accadendo. L'unico fatto certo era che il suo caro e dolce amico di sempre era il bel maschio mascherato, dalla lingua magica ed indimenticabile.

Forse doveva cancellare il loro appuntamento. Ma era come chiudere la stalla dopo che i buoi erano fuggiti. La loro amicizia era già stata compromessa.

Decise che non poteva negarsi una fantastica notte di sesso per futili principi. Anzi, avrebbe dovuto celebrate il fatto che i due ragazzi che la facevano impazzire erano uno solo. Rise fra sé all'idea del famoso triangolo. Con due soli lati, però.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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