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Fantasie senza volto

di TAWNY WEBER

Durante una festa in costume, la timida Zoe Gaston scopre un lato di se stessa che non credeva di possedere. Con il volto celato da una maschera, è più facile realizzare le proprie fantasie, così tra le braccia di uno sconosciuto si regala inconfessabili quanto superbi momenti di passione. Come dice il proverbio, però, il bel gioco dura poco: quando ogni inganno viene a cadere, scopre che quell'uomo irresistibile è proprio "lui", il suo...

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Un'inspiegabile tristezza mescolata a un intenso desiderio fisico si impossessò di Zoe, che era tentata di voltarsi e tornare indietro di corsa da Dex, per supplicarlo di prenderla lì, sul tavolo del ristorante, e liberarla dalla tensione erotica che stava esplodendo dentro di lei.

   Doveva essere impazzita, considerò scuotendo il capo. Dex era uno dei suoi pochi amici. Gli voleva bene e non poteva rischiare di rovinare il loro rapporto. Assurdo. Inoltre, questa eccitazione la stava distraendo dalla sua missione principale.

   E se Dex fosse Gandalf? No, impossibile. Lui non era mai stato un tipo creativo, e di certo non poteva aver realizzato quel videogioco ormai famoso in tutto il mondo.

   Da quel poco che aveva lasciato trapelare, poi, sembrava che lui fosse disoccupato e, con ogni probabilità, lei lo aveva fatto sentire in imbarazzo con le sue domande. Che amica stupida e insensibile era! Grazie alla sua professione e a tutte le conoscenze acquisite nel campo dell'industria, lei avrebbe potuto aiutarlo. Tuttavia, travolta da una rinnovata ondata di desiderio, si domandò che sapore avessero quelle labbra piene e ben disegnate, come fosse il suo corpo statuario una volta spogliato, e come l'avrebbe fatta gridare di estasi facendo l'amore con lei.

   Carica di una nuova energia, decise che – amico o no – doveva tornare da lui. Piroettò su stessa, scontrandosi con violenza contro un torace ampio e massiccio.

   «Attenta!» l'avvertì una profonda voce maschile, mentre due grosse mani l'afferravano per le spalle, impedendole di cadere.

   Frastornata, Zoe inclinò la testa all'indietro e sbatté le ciglia diverse volte. «Brad Young?»

   Era proprio lui. Il capitano della squadra di football, la sua grande passione. I capelli biondi cortissimi erano pettinati in maniera impeccabile e incorniciavano un viso dall'aria ancora sbarazzina. E il corpo? Zoe indugiò con un'occhiata di apprezzamento sulle braccia muscolose. Wow!

   «Sì, sono Brad» confermò lui, esitante. «E tu sei...»

   Zoe fece un rapido passo indietro, stringendo gli occhi. Con le mani sui fianchi, lo squadrò perplessa, battendo a terra la punta dei suoi stivaletti dall'esagerato tacco a spillo.

   Era alto e ben piazzato. Di certo non era grasso, anche se la sua muscolatura poco definita indicava che preferiva frequentare i pub, e non le palestre. Lanciò un'occhiata verso il basso, per controllare la cerniera dei suoi pantaloni color cachi. Diversamente dai jeans di Dex che contenevano a malapena un prepotente rigonfiamento, quelli di Brad erano piatti e lisci in maniera sconfortante. Come Ken di Barbie.

   Non c'erano dubbi. Brad non era il suo bel maschio mascherato. Lo stomaco di Zoe si annodò, non appena realizzò che aveva flirtato con un perfetto sconosciuto.

   «Sono lusingato che tu mi conosca, piccola. E anch'io vorrei sapere chi sei, ma dovresti dire qualcosa» ribadì lui con una risata dal suono sguaiato e antipatico, mostrando una bella dentatura. Chissà perché, le ricordò uno di quei venditori di macchine usate che tentano di rifilarti una fregatura.

   Piccola. Zoe si rammentò che Brad chiamava tutte le ragazze a quel modo, così non era costretto a ricordare i loro nomi.

   «Zoe Gaston.»

   «Non è possibile» esclamò lui, spalancando gli occhi ed esaminandola dall'alto in basso.

   «E invece sì» ribatté, rigida. «Come va la vita?»

   «Favolosamente. Come sempre» mormorò, del tutto disorientato dalla presenza fisica di lei. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Poco ci mancava che sbavasse.

   Una volta si sarebbe sentita esaltata per un suo sguardo. Ora aveva solo voglia di piantarlo in asso con una scusa qualsiasi e farsi una doccia, ma si rammentò che si trovava lì per un motivo. Non poteva mollare su due piedi le indagini, e Brad era ancora il primo della lista nella sua inchiesta su Gandalf. Il che significava che aveva bisogno di lui.

   «Mi avevano detto che eri qui. Mi dispiace non averti vista ieri sera, con la tua mise tutta frusta e catene. Immagino che tu ormai abbia risolto il problemino della verginità» commentò Brad malizioso, ammiccando. Poi esplose in una grassa risata, impedendole di replicare. «Allora, cosa hanno a che fare borchie e pelle nera con il tuo lavoro? Scommetto che potresti raccontarmi un sacco di dettagli piccanti.»

   «Non proprio» tagliò corto lei, disgustata da quell'untuoso idiota. Tuttavia, ricordando la sua missione, si stampò un sorrisetto scemo sulla faccia e prese il controllo della conversazione. «È dispiaciuto anche a me non incrociarti alla festa. Avrei proprio voluto ammirare il tuo costume. Eri vestito da mago, giusto?» Sbatté le ciglia. Cosa le toccava fare! «Raccontami. Cosa fai di bello?»

   «Cosa faccio?» iniziò Brad, confuso dal suo strano comportamento. «Le solite cose. Sì, insomma, mi ingegno.»

   Zoe esultò, si sentiva vicina alla meta. «Cioè?»

   «Tutto è basato sulla strategia, no? Ma lo sai anche tu. Dopo essere stato eletto capitano della squadra di football alla Central High mi hanno offerto una borsa di studio per l'università. Mi sono laureato in informatica, poi sono andato alla grande e ho fatto un sacco di soldi!»

   Zoe era disorientata. Questo cosa aveva a che fare con i videogiochi? Lo sport non appariva mai nelle creazioni di Gandalf.

   «Quindi? Cosa fai, esattamente?» sondò. Voleva scoprire al più presto se Brad fosse la persona che stava cercando senza sprecare altro tempo.Come aveva fatto a perdere la testa per quello stupido?

   «È un segreto, ricordi?» l'ammonì lui, abbracciandola con la stessa delicatezza di un orso ubriaco. «Sei anche furba, oltre essere uno schianto. Vuoi carpirmi degli indizi sulla mia professione per vincere la gara, eh?»

   «No, guarda» iniziò a protestare Zoe, tirandosi indietro nel tentativo di staccarsi dal suo torace bovino.

   «Che bella scenetta» esordì una vocetta acida alle loro spalle, accompagnata da una risata rancorosa.

   Scortata dalle gemelle e da un seguito di altre ragazze dall'aria sciocca, Candice fece la sua entrata trionfale, lanciando un'occhiata sprezzante a Zoe. «Non cambi mai» sibilò. «Continui a inseguire l'irraggiungibile.»

   «E tu, invece, sei sempre determinata a vincere a tutti i costi» rimbeccò Zoe.

   «Ognuno combatte con le proprie armi. Tu con pelle nera e frustino, se non sbaglio.»

   «Peccato che abbia lasciato il mio scudiscio sul comodino.»

   Brad ridacchiò con espressione viscida e Candice lo fulminò con lo sguardo.

   «Spero di non averti fatto aspettare troppo» miagolò, poggiando le mani sul torace di lui e baciandogli una guancia.

   Con un'espressione da pugile rintronato, Brad la fissò inebetito. «Come?»

   Che tristezza! Zoe scosse il capo. Se Candice credeva di ingelosirla, pensando che lei fosse ancora infatuata di Brad, si sbagliava di grosso. A lei interessava solo il suo lavoro.

   «Ti ho scritto una mail» sussurrò lamentosa Candice, strusciandosi contro di lui. «Mi sono firmata SweetCheeks

   Al solo sentire nominare l'eroina del videogioco di Gandalf, Zoe gli si avvicinò rapidamente. «Brad...»

   Prima ancora che potesse pronunciare un'altra parola, Candice lo prese per mano, appoggiando la testa fresca di parrucchiere sulla sua spalla. «Colazione?»

   «Certo!» accettò immediatamente Brad che, prima di essere trascinato via, lanciò a Zoe un'occhiata di scuse. «Ci vediamo più tardi.»

 

   Uscita a fare due passi, Zoe spaziò con lo sguardo nella sala da pranzo attraverso la vetrata, soffermandosi a osservare i suoi ex compagni divisi in piccoli gruppi. Doveva parlare con Brad e con altre persone, ma quello non era il luogo adatto. E non intendeva partecipare neppure agli stupidi giochi che avevano organizzato nel pomeriggio. Sicuramente, Candice e le sue stupide adepte avrebbero passato tutto il tempo a prenderla in giro e a sparlare alle sue spalle. Con espressione cupa, prese a calci un sasso.

   «Non è il modo migliore di trattare i tuoi bellissimi stivaletti.»

   Zoe, sussultando, si voltò di colpo verso la voce alle sue spalle. Un'anziana signora era seduta su uno sgabello da giardino, sfrondando un cespuglio rinsecchito. Un grande cappello floscio le proteggeva il viso dal debole sole di quel tardo pomeriggio autunnale.

   «Oh, scusa. Ti ho spaventato?»

   «No, no. Ero solo sovrappensiero. Mi sento un po' frustrata» si lasciò sfuggire Zoe, infilando il cellulare e la mano infreddolita nella tasca della giacca. «Partecipare a questa riunione è stato un errore.»

   Dopo il fastidioso incontro con Candice e Brad, alias Barbie e Ken, aveva sentito la necessità di respirare aria fresca e pulita.

   «Santo cielo. E perché mai?» domandò la signora, per nulla turbata dalla confidenza di Zoe. «Le cose non sono come speravi o troppo simili a come te le ricordavi?»

   Zoe corrugò la fronte e studiò più da vicino la donna alla quale stava facendo delle confessioni intime. «Signora Drake?»

   «In persona. E tu sei Zoe, non è vero?»

   «Come fa a saperlo?»

   «Oh, Dex ha sempre avuto un debole per te» rispose la signora, saltando giù dallo sgabello con l'agilità di una ragazzina. «Ti va se passeggio un po' con te?»

   Zoe annuì con un cenno del capo, poi rallentò il passo per adattarsi a quello di lei.

   «Ho saputo della sua seduta spiritica» commentò Zoe, mentre oltrepassavano la staccionata bianca e si inoltravano lungo il sentiero che passava in mezzo a un boschetto rigoglioso al di fuori della proprietà. La frizzante aria autunnale odorava di foglie cadute. «Ero con Dex quando è stato informato. Sembra che se la stia cavando bene nella gestione dell'albergo. Dex... è cambiato.»

   «In meglio, grazie al cielo» proruppe la signora Drake con una risatina. «Voglio dire, una volta quel ragazzo amava travestirsi, ricordi? Ti confesso che mi ha preoccupato parecchio, ai tempi.»

   Zoe sbatté gli occhi sorpresa. Dex era stato un po' stravagante, petulante a volte, ma era stato uno studente modello e non aveva mai dato alcun pensiero ai suoi genitori.

   «È stato un bell'incontro?» s'informò la signora, appoggiandosi al braccio di Zoe per scavalcare un ramo caduto.

   «È stato...» Inconsueto? Sorprendente? Non poteva confessare alla nonna di Dex che l'unica cosa a cui aveva pensato per tutto il tempo era stata di fare sesso con lui. «Imbarazzante, forse. Ci eravamo persi di vista.»

   «La vera amicizia richiede attenzione e buona volontà.»

   Un lieve senso di colpa trafisse il cuore di Zoe, e lei si maledisse per la propria incostanza. Avrebbe dovuto rimanere in contatto con Dex. «Eravamo molto uniti. E anche adesso ci sentiamo a nostro agio, insieme.»

   «Le cose cambiano» sentenziò la signora Drake, con saggezza, prima di scoccare a Zoe un'occhiata di traverso. «Non è troppo tardi per cambiare la situazione e riavvicinarvi. Naturalmente, se ritenete che ne valga la pena.»

   Avevano raggiunto il confine della proprietà, dove si trovava un piccolo cancello che conduceva a un delizioso cottage in pietra. L'anziana signora accarezzò con la mano rugosa il volto di Zoe.

   «È stato bello rivederti. Mi farebbe piacere se tu venissi a trovarmi, di tanto in tanto. Mi piaci.»

   Almeno qualcuno l'apprezzava, rifletté Zoe, agitando la mano in segno di saluto. Iniziò poi a camminare lungo il pendio della collina, attraverso i fitti cespugli di sempreverde, senza fermarsi. Nonostante fosse esausta, sentiva la necessità di allontanarsi il più possibile dai fastidiosi strilli eccitati dei suoi ex compagni, impegnati in giochi e festeggiamenti. Non aveva mai fatto parte del gruppo, ma Dex era sempre stato al suo fianco, infondendole forza e fiducia. Ora, invece, era completamente sola. Ed era tutta colpa sua.

   Stringendo le labbra, Zoe tentò di arrestare le lacrime che le stavano scoppiando nel petto. Era stato per pigrizia o per paura che aveva perduto l'amicizia di Dex? Infossando la testa nell'ampio collo della giacca, sospirò con amarezza. E si comportò come aveva sempre fatto ogni volta che doveva affrontare le proprie sensazioni. Le ignorò, e si focalizzò sull'enigma di Gandalf. Brad aveva perso punti nella sua lista, mentre l'affascinante uomo misterioso sembrava essere il candidato più quotato. Dopotutto, indossava un costume del Signore degli Anelli.

   Per di più, il fatto che lui non fosse Brad era alquanto intrigante. Da quello che aveva potuto intuire nell'oscurità, era un po' più alto di Brad, e i suoi muscoli erano più sodi e asciutti, segno di regole di vita sane. La voce era suadente, profonda. Non sguaiata. Il suo atteggiamento, poi, era appassionato e galante. Il che poco si addiceva a un tipo spavaldo e impudente come l'ex capitano della squadra di football.

   Allora, con chi aveva flirtato la notte scorsa?

   Poggiando il piede in malo modo su un tronco, Zoe rischiò di perdere l'equilibrio. Con un colpo di reni si raddrizzò, e alzò lo sguardo verso l'alto. E la vide. Annidata fra due robusti rami di una quercia, seminascosta dal fitto fogliame ingiallito, c'era la casetta che lei e Dex avevano costruito quando avevano quindici anni.

   Bombardata da mille ricordi, si lasciò cadere a sedere sul tronco, fissando il loro rifugio segreto. Lì avevano fatto un'infinità di progetti per il futuro, si erano lamentati dei loro professori, deciso orribili vendette contro chi aveva ferito i loro sentimenti. Una volta, Dex l'aveva trovata in lacrime, disperata per la morte dei suoi genitori. Senza dire una parola, l'aveva stretta forte a sé e aveva asciugato ogni lacrima dal suo viso con la manica della sua felpa. Aveva persino condiviso la sua disperazione per la cotta, senza speranza, per Brad.

   Come cambiano le cose in dieci anni. Una volta sarebbe stata elettrizzata se un ragazzo le avesse mostrato interesse. Ora aveva ben tre ragazzi a sua disposizione. Uno l'aveva baciata con una passione mai sperimentata prima, un altro le serviva per soccorrere il fratello, il terzo era off-limits. Non solo perché Dex era suo amico, ma anche perché era il tipo da impegno a lungo termine. Scosse la testa, incredula. Chi l'avrebbe mai detto? Zoe Gaston, la ragazza destinata a morire vergine, ora aveva ben tre possibilità tra cui scegliere.

   Dex attraversò a grandi passi il giardino attiguo alla casa dei suoi genitori, dilaniato da una furiosa irritazione. Scagliando un'ultima occhiata all'hotel, entrò sbattendo la porta alle sue spalle. Che giornata impossibile!

   Innanzitutto, si era scervellato per capire cosa diavolo volesse Zoe dal suo alter ego e perché preferiva parlare di problemi lavorativi invece di fare sesso selvaggio con lui. Quindi aveva dovuto rimproverare sua nonna per il putiferio creato in piscina, soddisfare le continue richieste dei partecipanti alla riunione, occuparsi di una mancata consegna da parte di un fornitore, di un problema idraulico, e di un bambino sfuggito all'attenzione della madre.

   Si maledisse per essere tornato a casa per quella stupida rimpatriata. Primo, non era tagliato per fare il gestore di alberghi; secondo, non sopportava i suoi ex compagni e terzo, Zoe... Possibile che lo vedesse sempre e solo come un amico?

   Stanco e corrucciato, si diresse in cucina dove prese una soda dal frigo, per poi spostarsi in soggiorno. Stava per accendere il proprio portatile, quando un rapido movimento fuori dalla finestra attirò la sua attenzione. Scostando la tenda, notò una figura che scendeva spedita giù dalla collina. Era Zoe.

   Infagottata nella giacca nera, con una sciarpa rossa attorno al collo, gli stivaletti dal tacco vertiginoso e il viso livido per il freddo, sembrava più sconsolata che mai.

   Anche a quella distanza, Zoe lo eccitava da morire. La desiderava da sempre, e ora che finalmente aveva potuto toccarla e assaggiare la sua bocca, aveva scoperto che era persino meglio di quello che si aspettava.

   Quindi, cosa aveva intenzione di fare? Prestare ascolto alla sua libido o lasciare che il suo amor proprio oltraggiato lo trattenesse?

   Con un sospiro, Dex cercò di trovare un compromesso ed elaborare una strategia. Dapprima, avrebbe cercato di scoprire perché lei era interessata a Gandalf. Era un segreto a livello mondiale che solo Nana conosceva. E poi, forse, avrebbe proseguito con il suo piano di conquista.

   Si spostò in sala per seguire, da un'altra finestra, Zoe che attraversava veloce il giardino dell'hotel. I caldi colori delle foglie autunnali s'intonavano perfettamente alle meche rosse e bionde dei suoi capelli, che le ondeggiavano sulle spalle allo stesso ritmo dei morbidi fianchi.

   Ipnotizzato da quell'erotico movimento, Dex si disse che non poteva abbandonare il gioco proprio adesso. Doveva solo calcolare bene le sue mosse. Visto che aveva funzionato così bene la notte precedente, decise di usare nuovamente l'espediente dell'uomo mascherato. Magari utilizzando anche un paio di lenti a contatto colorate.

   Eccitazione ed euforia intensificarono i suoi battiti cardiaci. In un modo o nell'altro, avrebbe vinto. E il suo premio sarebbe stato ciò che inseguiva da sempre.

   Zoe Gaston.

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