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Emergenza: ex in corsia!

di CAROL MARINELLI

Ogni medico del Pronto Soccorso trema all'idea di poter riconoscere qualche paziente in questo reparto, persino il razionale ed efficiente dottor James Morrell. Rimane quindi doppiamente scioccato quando si imbatte in una donna priva di sensi identica alla sua ex moglie!

Lorna McClelland non sopporta di essere bloccata in un letto d'ospedale e di dover dipendere proprio dall'uomo che l'ha ferita di più. Tuttavia, una volta guarita, si rende conto che la passione che la lega a James è tutt'altro che sbiadita.

 

24

"Metti lo champagne nel frigo!"

Cosa volesse dire May con quel messaggio, Pauline non lo aveva capito. "Sto lavorando", rispose subito.

"Lo so, ma fa' come ti dico!"

Pauline eseguì. Subito dopo tornò nel soggiorno, a guardare la televisione. James stava rimettendo in ordine il piccolo giardino sul retro, in attesa della primavera ormai prossima. Questo consentiva a Pauline di seguire dall'inizio il suo programma preferito.

Invece finì per addormentarsi. E quando Lorna rientrò prima del previsto, balzò in piedi, scusandosi imbarazzata.

Lorna sorrideva, comprensiva. «Non importa, per oggi basta così, Pauline, lo so che lavora molto... Dov'è James?»

«In giardino.» Pauline indossò il cappotto e aprì la porta, mentre Lorna raggiungeva James.

Appena fuori, sulla strada, Pauline si accorse di aver dimenticato gli occhiali in soggiorno. Rientrò per riprenderli, in tempo per vedere Lorna che si avvicinava sorridente a James. Lui la guardava sorpreso dall'inaspettato rientro anticipato.

Difficile resistere alla tentazione di fermarsi, almeno ancora un poco, e capire cosa era successo. Non sono affari miei, pensò Pauline, lasciando silenziosamente la casa.

E dopo aver percorso pochi passi, prese il cellulare e chiamò May. 

James guardò Lorna, stupito. «Come mai a casa così presto?»

«Non potevo restare un minuto di più» replicò lei, continuando a sorridere. «Henry Lowther mi ha cercato, voleva vedermi.»

Anche James sorrise. «Allora? Ti ha forse detto che l'intervento non è più necessario?»

«Probabilmente lo sarà, ma non subito. Infatti bisogna aspettare qualche mese.»

«E tu sei d'accordo? Dicevi che il dolore è insopportabile...»

«Veramente si è ridotto molto, nelle ultime settimane. Da quando ho finito le cure, dopo l'incidente.»

Vorrei che indovinasse, prima che glielo dica, pensò Lorna. Ma James, di sicuro, non poteva immaginare, neanche lontanamente, che un sogno impossibile fosse divenuto realtà.

«Sono incinta, James» mormorò, la gola chiusa dall'emozione. Parole che non aveva più sperato di dire, specialmente a lui. «Dall'ecografia la posizione appare ottima.»

Sembrava che lui non avesse capito, almeno non subito. Parole che James credeva di non udire più, specialmente da Lorna. Incredulo, stupito, lasciò che quelle parole si imprimessero bene nella sua mente, a cancellare il nuovo, intimo doloroso senso di perdita, per l'impossibilità di avere figli da Lorna, provato all'annuncio dell'isterectomia. Anche se a lei non lo avrebbe mai detto. Un dolore inevitabile, ma in compenso le restituiva l'amore di Lorna.

«Andrà tutto bene, vedrai» mormorò lei, appena James la strinse tra le braccia. «Non ho paura, James. Sono sicura che non avremo problemi, lo sento.»

«Lo credo anche io» annuì lui, baciandola.

Rientrarono in casa, abbracciati. C'era tra loro un'atmosfera sottintesa, nuova, diversa e più consapevole. Parlava di cose finite per sempre, e di nuovi inizi, di passato e di futuro, di amore e passione. E anche di speranza.

Lorna sedette in cucina, riguardando le immagini dell'ecografia, la data prevista per la nascita, e quella dell'appuntamento per la prossima visita di controllo.

Un pallido sole invernale filtrava dalla finestra. Tra poco tornerà la primavera, pensò Lorna, fiduciosa.

Voleva essere ottimista, guardare avanti, non cercare di analizzare troppo gli aspetti negativi, i rischi della sua delicata vicenda.

Intanto James andò ad aprire il frigo. Lorna doveva mangiare qualcosa. Presa dalle emozioni di quella giornata, aveva dimenticato di pranzare.

«Non posso crederlo!» lo udì esclamare.

«Neanche io.»

«Veramente mi riferivo a questa» disse lui, mostrandole una bottiglia di champagne presa dal frigo. «Chi mai può avercela messa?»

«Non lo so; è successo, tutto qui.» Lorna alludeva allo champagne, al bambino, agli incidenti stradali, e alla vita, che resiste, tenace, anche contro le più temibili avversità.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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