Sei già registrato? Entra nella tua area personale

Emergenza: ex in corsia!

di CAROL MARINELLI

Ogni medico del Pronto Soccorso trema all'idea di poter riconoscere qualche paziente in questo reparto, persino il razionale ed efficiente dottor James Morrell. Rimane quindi doppiamente scioccato quando si imbatte in una donna priva di sensi identica alla sua ex moglie!

Lorna McClelland non sopporta di essere bloccata in un letto d'ospedale e di dover dipendere proprio dall'uomo che l'ha ferita di più. Tuttavia, una volta guarita, si rende conto che la passione che la lega a James è tutt'altro che sbiadita.

 

15

Si incontrarono, disinvolti. Terreno neutrale. Un caffè insieme, divano ampio, nessun pericolo di sfiorarsi le ginocchia. Lorna avrebbe iniziato a lavorare il giorno dopo.

«Ciao.»

«Stai benissimo!»

Non più così magra, così pallida, pensò James, ma agile, luminosa, un'aria di energia, di benessere.

«Mi sento bene» disse lei sorridendo, portandosi il caffè alle labbra. «Scusa, ma avrei bisogno di un'altra settimana libera» aggiunse in fretta. «Devo ancora sistemarmi, è stato faticoso trovare casa, e traslocare.»

«Scommetto che hai scritto un sacco di liste.»

«Centinaia!» convenne Lorna, sorridendo. «Sai, sono un po' nervosa» ammise poi, sincera.

«Lo so.»

«Non perché non sappia trattare con i pazienti, ma temo che ne arrivino davvero molti.»

«Non sarai mai sola, ci sono altri due colleghi» precisò James. «E sempre uno specializzando in servizio, per l'intera giornata, spesso anche la notte. Sai bene quante volte mi hanno chiamato. In pochi giorni, diventerai esperta, vedrai.»

«Ne dubito» replicò lei, dimenticando che parlava con il suo capo, rivelandogli la propria insicurezza. Un capo che era anche James...

«Senti, come si comporteranno i colleghi, con me? Immagino sappiano che io sono la tua ex moglie.»

«Aspettati una certa curiosità. E non fare caso a Abby, una specializzanda. È un po' fredda, scostante. Credo che abbia un certo interesse per me.»

«Scommetto che non è la sola.» Lorna sorrise. Perché adesso poteva sorridere di qualcosa che agli inizi del loro matrimonio l'aveva resa molto insicura. Solo dopo un po' di tempo, aveva capito. James notava di rado che piaceva alle donne. Se si era accorto dell'interesse di Abby, forse era cambiato anche lui. «Siete mai usciti insieme?»

Domanda indiscreta, ma necessaria. Meglio sapere come stavano realmente le cose. Avere a che fare con una specializzanda gelosa di una ex moglie non era nei progetti di Lorna.

«No, non esco mai con delle colleghe di lavoro.»

«Mai?» Eppure, all'università, James aveva sempre qualche flirt, anche prima di fare coppia fissa con lei. «E da quando?»

«Da quando ho imparato la lezione, con te.»

«Diventerà molto imbarazzante, non credi?»

«Non vedo perché, se tra noi non c'è imbarazzo reciproco» replicò James, chiaramente a disagio. «Non amo parlare della mia vita privata con le colleghe» spiegò. «Il che suona abbastanza ridicolo, se penso che in questo momento i miei fatti personali sono l'argomento principale di conversazione, nel reparto. Non avevo detto a nessuno che era finita, con Ellie.»

Lorna lo guardò, perplessa.

«Insomma, lascio credere che Ellie non trovi niente da ridire, se tu lavori con me, come prova della nostra separazione definitiva, e ormai tra noi non c'è più nulla. Perché è proprio così, non è vero?»

«Ma certo» approvò Lorna.

Uscirono insieme, salutandosi con un innocente bacio sulla guancia, da buoni amici, come erano adesso.

La nostra amicizia mi ripaga di tutto, pensò James, mentre Lorna si allontanava a passo veloce, in alti stivali neri e ampio soprabito chiaro, elegante e slanciata. Siamo riusciti a separarci per sempre, nel modo più apprezzabile, ad alleggerire l'atmosfera tra noi.

Tutto chiaro, quindi. Ma non nella sua mente.

 

La notizia che l'ex moglie di James Morrell avrebbe lavorato nel Pronto Soccorso si diffuse rapidamente, suscitando, com'era ovvio, una grande curiosità.

Curiosità morbosa, avvertita facilmente da Lorna, a ogni turno, per le prime due settimane. Tutto il personale era convinto che tra i due ci fosse ancora una relazione. Fatto assolutamente straordinario, e piccante, tra divorziati.

Forse senza volerlo, molto presto Lorna stessa alimentò i pettegolezzi. Vestiva in prevalenza in grigio o marrone, i capelli raccolti in una crocchia severa, occhiali in bilico sul naso, le gambe sottili in spessi collant scuri. E reagiva nervosamente, a ogni minimo errore rilevato sulle cartelle cliniche, rimproverando aspramente le giovani infermiere.

«È terribile» disse Shona, mentre aspettava che Lorna prescrivesse farmaci, e dettagli per la somministrazione, con la sua scrittura lenta e precisa. «Proprio non le riesce.»

«A fare cosa?» chiese May.

«A metterci meno tempo» sospirò la ragazza. «Controlla tutto due volte, perfino quello che facciamo noi.»

«Sembra così impacciata» confermò Lavinia. «Ossessionata dal timore di sbagliare.»

Era vero. Forse gli altri ospedali avevano avuto ragione, nel respingerla, pensò Lorna più volte, in quelle due orribili settimane. Troppe cose a cui pensare, troppi nomi da ricordare, pochi i visi conosciuti.

C'era May, per fortuna, la simpatica infermiera irlandese, e James, naturalmente. Però, in sua presenza, Lorna era sempre molto impacciata, gli occhi di tutto il reparto fissi su di lei. Per questo, cercava di evitarlo, anche se non sempre le era possibile.

Una volta, le mani tremanti, tentò di inserire una flebo nel braccio di un ubriaco, che non stava fermo. Ovviamente, mancò la vena.

James non era intervenuto, lasciando che l'uomo lanciasse contro Lorna proteste volgari, che del resto in un Pronto Soccorso si odono di frequente, in situazioni simili. Però gli sembrava di essere un padre apprensivo, mentre saluta la sua bambina che va a scuola malvolentieri. A lui il compito di incoraggiarla, di assicurarle che tutto sarebbe andato bene.

Non poteva aiutarla, agire al posto suo, né lasciarle capire che era preoccupato.

Poteva solo giostrare con discrezione il calendario dei turni, e fare in modo che Lorna fosse spesso in servizio insieme a May.

E trattenere il respiro.

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
< Vai a Capitolo 14 Vai a Capitolo 16 >