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Un regalo meraviglioso

di LAURA MARIE ALTOM

Quando il marito di Rachel viene creduto morto dopo settimane di inutili ricerche, lei scompare con il frutto del loro amore che le sta crescendo in grembo. Il migliore amico di suo marito Chance è determinato a rintracciarla e forse, dopo diciotto mesi, c'è riuscito. Ma Rachel sarà pronta a sentirsi dire che...?

8

Quindici minuti dopo aver ricevuto la telefonata di Rachel, Chance stava già pigiando il piede sull'acceleratore della sua Jeep. Sì, era rimasto terribilmente ferito appena lei aveva rifiutato la sua proposta, ma questo non significava che l'avrebbe abbandonata nel momento del bisogno.
Aveva saputo la notizia in ufficio, e anche che Franks si era offerto per comunicarla a Rachel. Chance aveva ogni intenzione di restarle al fianco mentre affrontava quell'ennesima, durissima prova.
«Stai bene?» le chiese appena la trovò sola, seduta accanto al tavolo della cucina. Davanti a lei giacevano il distintivo di Wes, il suo orologio d'oro e la fede nuziale, un cartoccio di pelle rovinato dall'acqua che una volta era stato il suo portafogli, e una busta di carta gialla.
Wes aveva sempre detestato le barche. Chance ne aveva una a remi ormeggiata nel laghetto della fattoria dei nonni. Un pomeriggio – dovevano aver avuto circa dieci anni – l'avevano presa per fare un giro e la scialuppa si era capovolta.
Wes non si alterava facilmente, ma quando aveva visto le sue preziose figurine dei giocatori di football affondare, aveva addirittura perso le staffe. Proprio come gli era successo molti anni dopo, quando aveva saputo di essere stato il solo in tutto l'ufficio dello sceriffo di Portland assegnato a quella missione tanto stravagante quanto pericolosa. Si trattava di proteggere un testimone che si ostinava a vivere sulla sua isoletta privata, lontano da tutto e da tutti.
Forse aveva previsto che non avrebbe più fatto ritorno...
«Rachel?» Lei non aveva ancora risposto alla sua domanda.
Infine annuì, il viso bianco come un lenzuolo. «Sì. Sto bene.»
 «Dov'è Wesley?»
«Nella culla. Sta dormendo.»
Chance prese posto sulla sedia accanto alla sua. «Questo non puoi farlo da sola, d'accordo?»
Rachel scrollò le spalle, e insieme si
incamminarono sul sentiero dei ricordi. Il contenuto del portafogli – patente, carte di credito, fotografie e buoni pasto – si era rovinato durante la lunga permanenza in acqua. «Questa, invece, era in una casella postale» spiegò sollevando la busta. «Il signor Franks mi ha detto di aver trovato le chiavi appese a una catenina che Wes portava al collo...»
Con mani che le tremavano, Rachel l'aprì. «Oh, Dio» mormorò turbata. «È una lettera.»
«Cara Rachel, se stai leggendo questo biglietto» iniziò ad alta voce, «allora mi dispiace, tesoro, ma vuol dire che...» La voce le venne meno. «Io... Non posso» balbettò. «Per favore, Chance, continua tu.»
Lui si schiarì la gola prima di riprendere dal punto in cui Rachel si era interrotta. «...mi hanno fatto fuori. Lo so, in questo preciso momento probabilmente vorresti prendermi a pugni perché sto tentando di fare dell'umorismo, ma tutti devono andare via prima o poi, e sfortunatamente io sento che il mio tempo è finito. Ciò premesso, a te non è permesso essere triste. Be', magari potrai piangere un po' per la prima settimana, e forse anche per la seconda, ma dopo voglio poter ammirare dal
Cielo il tuo splendido sorriso. Voglio che tu abbia dei figli, e che ti diverta, e voglio sentirti brindare alla mia salute ogni volta che berrai anche solo una bottiglia di birra.»
«Leggi tu quello che segue» disseChance, gli occhi socchiusi. «È troppo personale.»
Rachel prese la lettera, le dita rigide per la tensione. «Ormai Chance ti avrà già parlato della promessa che mi ha fatto, ha giurato di vegliare su di te al mio posto. Ma quello che probabilmente non ti ha detto è che ha sempre avuto un debole per te. Quando noi due iniziammo a frequentarci lui, da gentiluomo e da amico qual è, si fece da parte per non creare ostacoli ai nostri progetti matrimoniali. Se io sono morto, Rachel, prendi in considerazionelui. È l'uomo migliore che conosco, secondo solo a me. Dagli almeno la possibilità di...» Tacque per un istante e trattenne il respiro. «...guadagnarsi il tuo amore.»
Singhiozzando, Rachel si aggrappò a Chance, cercando di assorbire da lui forza e calore.
«Coraggio!» mormorò Chance accarezzandole i corti capelli.
«Anche nella morte, Wes mette le mie esigenze prima delle sue» sussurrò
lei appoggiando la lettera sul tavolo. «E il tempismo... Proprio oggi dovevo ricevere questa lettera, la Vigilia di Natale. Che regalo splendido! Chissà se in questo momento è qui, da qualche parte, che ci osserva.»
«Ne dubitavi?» scherzò Chance. Sollevò Rachel dalla sua sedia e la indusse a sedersi sulle sue gambe.
«Dopo i mesi terribili che ho vissuto, dubitavo non solo di Wes, ma di Dio stesso.»
«Devo ammetterlo» replicò lui mentre le sfiorava con un dito il labbro inferiore, «quando sei sparita nel nulla, ho avuto anche io i miei dubbi.»
«E invece, guardaci...» Rachel appoggiò la testa sulla sua spalla. «Forse Wes sapeva che, se non avessimo messo tempo e spazio fra noi, entrambi saremmo rimasti troppo leali alla sua memoria per concederci una possibilità.»
«Qualsiasi sia il motivo, ora non abbiamo più motivo per sentirci in colpa.» Chance le sorrise. «Ora, con la benedizione di Wes, mi sposerai, così diventeremo una vera famiglia?»
«Io pensavo che lo fossimo già.»
«Come ho fatto a dimenticarlo?» confermò Chance sorridendo.
La mattina del giorno di Natale, We
sley era accoccolato fra loro due sul divano, le fiamme che scoppiettavano nel camino e l'aroma dei dolci appena sfornati che si spargeva per la casa. Rachel aveva appena finito di aprire i regali che Chance aveva comprato per lei.
Più tardi sarebbero andati a cenare dai suoi genitori, ma in quel momento erano solo loro tre... e i pacchi che contenevano bottiglie di profumo, maglioni e libri, cappelli e statuine di porcellana, giocattoli per Wesley. Tanti giocattoli per Wesley.
Quando finirono di aprire i doni e misero da parte le carte colorate, Chance si avvicinò all'albero di Natale.
«Guarda, tesoro, su questo ramo c'è un altro pacchettino. Il biglietto dice che è per te.»
«Chance...» finse di redarguirlo Rachel raggiungendolo. «Mi hai già fatto troppi regali.»
«No, guarda bene, questo è da parte di Babbo Natale» la corresse lui, porgendole una scatolina di velluto blu.
Le mani che le tremavano, Rachel sollevò il coperchio. «Chance...» Guardò ammirata lo splendido anello di diamanti che scintillava contro il fondo scuro. «È bellissimo... Sì!» esclamò gettandogli le braccia al collo. «Sì, ti sposerò!»
«Wow» disse lui esibendo uno dei suoi sorrisi mozzafiato. La respinse e scosse la testa. «Ma non ricordo di a-verti chiesto nulla. Questo, come dicevo, l'ha portato Babbo Natale.»
«Giusto.» Rachel alzò lo sguardo verso il soffitto. «Va bene, Babbo Natale, accetto la tua proposta.»
«Aspetta un attimo.» Chance la strinse nel suo abbraccio. «Non così velocemente. Pensavo che noi due avessimo raggiunto un accordo. Tutti quei baci che mi hai dato ieri sera implicavano un certo livello di fiducia e intimità. Ora non puoi liquidarmi per seguire un tizio grasso vestito di rosso.»
«Allora, che cosa suggerisci?» domandò lei alzandosi in punta dei piedi per sfiorargli le labbra con le sue.
«Solo per non correre alcun rischio, dovresti sposarmi subito.»
«Sì, ma cosa devo fare dell'anello? Devo tenerlo?»
Chance le strizzò l'occhio.
«Perché no? Anzi, mettilo adesso, così che tutti sapranno che sei la mia fu-tura moglie e non avrò più bisogno di portarti sotto il vischio ogni volta che avrò voglia di baciarti!»

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