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Un regalo meraviglioso

di LAURA MARIE ALTOM

Quando il marito di Rachel viene creduto morto dopo settimane di inutili ricerche, lei scompare con il frutto del loro amore che le sta crescendo in grembo. Il migliore amico di suo marito Chance è determinato a rintracciarla e forse, dopo diciotto mesi, c'è riuscito. Ma Rachel sarà pronta a sentirsi dire che...?

4

La mattina seguente Rachel fu risvegliata dal profumo lenzuola fresche di bucato e dai raggi del sole che filtravano attraverso le persiane delle finestre. Dopo un attimo di panico – magari era morta e si trovava in Paradiso – capì che non stava vagabondando su una nuvola, ma che era al sicuro nella stanza per gli ospiti di Chance. Quella a forma di torre con le pareti dipinte di un etereo blu chiaro, come aveva deciso lei.
La camera era sul livello più alto del fabbricato, e comunicava col resto della casa tramite una scala a chiocciola. Da lì si godeva di un panorama che non smetteva mai di sorprenderla. Il monte Hood svettava a ovest, mentre a est – tanto tempo prima, arrampicata su una scaletta di legno, un pennello in mano, il viso sporco di pittura di un colore blu chiaro – avrebbe potuto giurare di aver
visto la superficie scintillante del Pacifico. All'epoca dei lavori Wes e Chance avevano riso di lei, che si era limitata a ignorarli.
Per Rachel quella stanza rappresentava la libertà da tutto ciò che l'aveva imprigionata nella sua deprimente vita, prima di Wes. Il panorama, così come il suo matrimonio, avevano fatto volare la sua anima.
Mentre indugiava nel sontuoso letto dal materasso di piume, in quella giornata serena per quanto gelida, l'ambiente operò di nuovo su di lei il suo effetto rassicurante. Ora era abbastanza vigile da rendersi conto che doveva essere mattina inoltrata, tuttavia Wesley non si era ancora mosso.
Respinse le coperte e rabbrividì quando appoggiò i piedi nudi sul pavimento gelato. Guardando la culla da viaggio che avevano acquistato la sera precedente, capì che il pianto di Wesley non l'aveva svegliata semplicemente perché lui non era lì.
Si precipitò in cucina e trovò suo figlio orgogliosamente seduto nel suo nuovo seggiolone, il visetto sorridente parzialmente coperto da una sostanza gelatinosa color pesca.
«Buongiorno, Bella Addormentata!» Mentre porgeva un cucchiaino al picco
lo Wesley, Chance la sorprese con la dolcezza del suo sorriso.
«Avresti dovuto svegliarmi...» lo rimproverò lei avvicinandosi al tavolo rotondo di quercia, coperto da una tovaglia patchwork dagli allegri colori. «Sono sicura che avrai di meglio da fare.»
«No. Ho preso una giornata di ferie.»
«Pagherò anche per il tuo tempo.»
Chance le aveva permesso di prendergli il cucchiaio dalla mani e di sedersi accanto a lui, ma ora con un gesto fulmineo le intrappolò il polso.
«Smettila.»
 «Co... come?»
«Con questo atteggiamento difensivo. Non ti si addice.»
«Mi... Mi dispiace, ma io sono fatta così.»
«Balle.»
«Scusa?» Chance aveva mollato la presa, e il cucchiaino ora tremava fra le sue dita.
«Io ti conosco come una donna gioiosa, allegra. Adesso sembri solo pronta ad aggredire.»
«E perché no? A parte Wesley, dimmi una sola cosa che mi è andata bene durante l'ultimo anno.»
«La risposta è facile» commentò lui esibendo un nuovo, pigro sorriso.
Una reazione che fece battere un po'
più velocemente il cuore di Rachel. Ma Chance era sempre stato così attraente? A giudicare dall'infatuazione che aveva avuto per lui anni prima... sì.
Per rendere tutto peggiore, o forse invece migliore - dipendeva dai punti divista - lui le strizzò l'occhio. «È successa una cosa molto positiva: finalmente sei di nuovo con me.»
Intuendo che Rachel aveva bisogno soprattutto di due regali per l'imminente Natale, tempo e spazio, Chance tornò al lavoro martedì, e per tutti i giorni del resto della settimana. Il sabato però, ignorando le sue proteste, caricò lei e il bambino sulla Jeep per partire alla volta della tradizionale gita natalizia che aveva amato tanto da piccolo, ma a cui aveva rinunciato da adulto.
«Tutto bene?» chiese a una silenziosa Rachel circa un'ora dopo, mentre il fuoristrada si addentrava in una terra da sogno imbiancata dalla neve. «Hai visto niente che andrebbe bene accanto alla finestra del salotto?»
Rachel lo guardò, poi si voltò verso il vivaio che avrebbe anche potuto essere la base operativa di Babbo Natale, tanto gioioso era il fervore che lo animava. I bambini ridevano e si lanciavano palle
di neve inseguendosi fra gli abeti. Alcune famiglie erano riunite intorno ai falò, a sorseggiare tazze di cioccolata fumante. Gli altoparlanti diffondevano canti di Natale.
«È...» Rachel lasciò vagare lo sguardo sulla scena ancora per qualche istante. «...Tutto così bello» disse poi. «Ma se vuoi un albero, forse sarebbe più economico...»
«Ascolta» la interruppe lui. «Non volevo dirti niente fino a cose fatte, ma ho parlato con Franks, il mio capo, della tua situazione – il problema dell'assicurazione di Wes – e furia non è abbastanza per descrivere la sua reazione. Interverrà personalmente, dunque posso affermare con relativa certezza che riceverai il tuo assegno entro la fine del mese.»
«Davvero?»
Così, all'improvviso, il viso di Rachel era diventato bellissimo, e gli occhi le scintillavano di speranza e di lacrime di commozione. «Sì, davvero» le confermò Chance. «Allora perché piangi? Pensavo che saresti stata contenta di diventare ricca.»
«Lo sarei... Cioè, lo sono. Ma dopo tutti questi mesi di stenti, di notti insonni perché ero letteralmente terrorizzata al pensiero di chiudere gli occhi,
mi sembra incredibile la possibilità di un lieto fine. Soprattutto di venirne a conoscenza in un posto felice come questo.»
Chance rise, si slacciò la cintura di sicurezza e liberò il bambino dal suo seggiolino. «Non credi che, dopo tutto quello che voi due avete passato, meritate un po' di felicità?»
Ma Rachel si era voltata per asciugarsi le lacrime, così lui non capì se stesse annuendo oppure se stesse scuotendo la testa.
«Allora?» la esortò gentile. «Era un sì
o un no?»
«Non saprei» replicò lei incerta. «Forse entrambe le cose. Mi sento confusa... E grata. Molto, molto grata.»
«Sì, bene, ma è meglio se ora tu ti senta piena di energie» precisò Chance, tenendo Wesley fra le braccia.
«Ah, sì?» domandò lei esibendo un tremulo sorriso. «E perché?» «Perché io e tuo figlio stiamo per sfidarti in una battaglia a palle di neve.»

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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