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Petali d'amore

di MAGGIE COX

Serena Hammond ha partecipato a un’asta londinese per acquistare Rosa, un dipinto che ha un significato sentimentale per il suo gentile dolce e anziano datore di lavoro. All'ultimo momento, però, la sua offerta è stata superata da quella di Ethan Galbraith, bellissimo e arrogante milionario. Ora Serena dovrà escogitare un piano per convincerlo a cederle il quadro, ma il suo intuito le ha instillato un dubbio: rischia di recuperare il ritratto e di perdere il cuore

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Non aveva notato prima le pagliuzze dorate che brillavano nei suoi occhi. Attiravano inesorabilmente l'attenzione di un uomo, come il polline attirava le api. Lo indussero a ricordare un'altra creatura fatata, una che non avrebbe mai dovuto lasciarsi sfuggire così facilmente, una cosa di cui non avrebbe mai smesso di pentirsi. E tutto a causa del suo stupido orgoglio.

Mentre una intensa e inutile nostalgia si impadroniva di lui, Ethan osservò la sorprendente perfezione dei riccioli neri che ricadevano sulle spalle levigate, e silenziosamente concluse che l'ammaliante Rosa era tutto ciò che un uomo poteva desiderare in una donna, l'incarnazione stessa della femminilità.

Così come lo era Serena.

Si era reso conto della sua mancanza di esperienza quando l'aveva portata a letto, ora capiva che lei non si sarebbe mai spinta così oltre solo per convincerlo a venderle il ritratto. Ma Serena era andata via, e lui non aveva la più pallida idea di come fare per rintracciarla. Gli stava bene. Non avrebbe dovuto giudicarla così frettolosamente.

Spinse da parte il ritratto e lasciò andare un lungo sospiro. Sua madre aveva adorato quel ritratto, gli aveva raccontato tante volte quanto invidiava la libertà e il modo di vita che Rosa rappresentava. Emily Lucas aveva avuto ottimi motivi per essere invidiosa. Ben Galbraith, il padre di Ethan, le aveva riservato il peggiore dei trattamenti. Ormai era morto da tempo - ucciso dalla sua dedizione all'alcol - e anche Emily non c'era più. Aveva cercato nel suicidio un modo per sfuggire a un matrimonio disastroso e mortificante.

Il cuore pungolato da una fitta di dolore, Ethan cominciò a leggere la lettera che sua madre gli aveva consegnato prima di morire. Le era stata scritta dall'uomo che un tempo aveva amato, e ormai erano passati anni da quando Ethan l'aveva presa in mano per l'ultima volta. Fantasmi... Gli sembrava di essere circondato da fantasmi. Appoggiò la fronte su una mano, desiderando intensamente un po' di calore umano...

"Fa freddo qui fuori... devo prendere un'altra coperta?"

Mentre si occupava del distinto uomo dai capelli grigi che era seduto su una panchina di fronte al giardino, Serena cercò di non indugiare con lo sguardo sulle nuove rughe che di recente avevano segnato il viso stanco di Godfrey Baillon. Non importava tutto quello che Godfrey le aveva detto per consolarla, lei sapeva di avergli inferto un duro colpo, tornando a casa senza il ritratto.

Un moto di nostalgia si impadronì di lei mentre pensava all'uomo che adesso era il proprietario del quadro, Ethan Galbraith. Probabilmente lui continuava a disprezzarla dopo quanto era accaduto fra loro a Londra. Era trascorsa solo una settimana dalla loro tempestosa separazione, e le sembrava un secolo. Purtroppo non l'avrebbe più rivisto. Una morsa di dolore le strinse il cuore.

"Non ho freddo. So che le tue intenzioni sono buone, ma mi sto godendo i primi raggi di vero sole dopo infinite giornate di pioggia. Ora vieni a sederti accanto a me, e rilassati un poco."

Entrambi si girarono sorpresi quando sentirono i copertoni di un'auto cigolare sul vialetto di ghiaia.

"Vuoi per favore andare a vedere chi è, mia cara?" domandò Godfrey.

"Ethan!"

 Tremante per lo choc, Serena osservò l'espressione terribilmente seria dipinta sul bel viso dell'uomo, e si appoggiò una mano sullo stomaco nel tentativo di calmarsi. "Cosa ci fai qui? E come hai fatto a rintracciarmi?"

"Posso ringraziare l'ufficio postale del villaggio. Tu mi hai detto che abitavi a Ilverton-in-the-Moor, nella regione di Dortmoor. Qui tutti conoscono Godfrey Baillon, o almeno così sembra, dunque non è stato difficile trovarti. Non mi fai entrare? E' stato un viaggio maledettamente lungo.”

Serena stava ancora tremando mentre gli faceva strada in casa, e attraverso la porta finestra che dava accesso al giardino. Non osava nemmeno interrogarsi su ciò che poteva significare la presenza di Ethan lì, ma sperava comunque che non servisse ad agitare Godfrey ancora di più. Era così fragile, aveva bisogno di tranquillità.

"Godfrey? Abbiamo una visita, Ethan Galbraith, l'uomo di Londra, ricordi che te ne ho parlato?" Serena puntò gli occhi nocciola con avidità su Ethan, notando quanto fosse bello con i jeans scuri e la camicia bianca aperta sul petto.

"Signor Galbraith, è un piacere conoscerla." Godfrey tese la mano e Ethan la strinse, evidentemente molto confuso.

"Ma lei è cieco!" esclamò.

Godfrey sorrise. "Si sta chiedendo perché ero tanto interessato ad acquistare un quadro quando non godo del beneficio della vista che mi permetterebbe di apprezzarlo? Non ho bisogno di vedere il viso di Rosa per ricordare quanto sia affascinante, mio giovane amico! Il suo volto è stampato nella mia memoria da più anni di quanto possa rammentare. Tutto quello che desideravo era riavere qui il quadro, sapere che era tornato nel luogo cui appartiene. Mi perdoni, se questo le ha causato dei disturbi."

Ethan sentì il sangue salirgli al viso, si voltò per guardare una Serena dalla fronte aggrottata, e percepì il sangue scendere a precipizio verso un'altra parte della sua anatomia. Accarezzata dai raggi del sole, Serena era bella esattamente come la zingara del ritratto, la più bella rosa in un giardino di splendidi boccioli. Deglutì a disagio e riportò la sua attenzione a Godfrey.

"Nessun disturbo. Credo che lei conoscesse mia madre... questo è uno dei motivi che mi hanno portato qui."

"Uno dei motivi?" ripeté Serena un po' senza fiato.

"La conoscevo, caro ragazzo?"

“Si chiamava Emily Lucas. Ho comprato il quadro per onorare la sua memoria. Al tempo del vostro incontro, quando Rosa era esposta nella residenza Baillon, lei se ne innamorò a prima vista. Sfortunatamente mia madre non c'è più, ma appena ho scoperto che il ritratto sarebbe stato messo all'asta, ho desiderato entrarne in possesso."

"Emily? Lei è il figlio di Emily?"

"Ho la lettera che lei le ha inviato anni fa, e solo quando ho letto il nome e l'indirizzo del mittente, mi si è chiarita la connessione. Serena mi aveva raccontato di lavorare per una persona con quel nome, così ogni tassello del mosaico è andato al suo posto. Ho capito perché lei desiderava così tanto comprare il quadro. Ho capito tutto."

La madre di Ethan era la donna che Godfrey aveva amato durante la sua giovinezza? Attonita, Serena sentì lacrime bruciarle gli occhi. Ora l'ostinato rifiuto da parte di Ethan di cederle il quadro aveva finalmente un senso. Sia lui che Godfrey avevano un legame intimo con il ritratto. Ethan non l'aveva acquistato con il solo scopo di aggiungere un pezzo alla sua già ricca collezione d'arte.

"A quei tempi, i ricchi dovevano frequentare i ricchi" raccontò Godfrey, la voce non più di un sussurro. "Emily venne qui da Londra per lavorare come cameriera a casa nostra e, anche se i miei genitori l'adoravano, mi proibirono categoricamente di sposarla. Di conseguenza, le strade mie e di Emily si divisero. Mi dispiace di non essere stato abbastanza forte per oppormi ai miei e farla diventare mia moglie."

Consapevole del dolore dell'anziano uomo, Ethan gli appoggiò una mano sulla spalla con l'intenzione di consolarlo.

"Ma ormai ne è passata tanta di acqua sotto ai ponti, così si dice, giusto? Ho portato il ritratto con me, signor Baillon... Voglio che lo abbia lei."

"Mio caro ragazzo!"

"Lo sapevo che c'era un cuore tenero sotto quell'armatura di ferro!" Un sorriso provocante sulle labbra, all'ombra di un albero di mele i cui rami erano carichi di fiori, finalmente Serena si ritrovò sola con Ethan e fra le sue braccia.

"Hai ragione, era solo un'apparenza. In realtà, io sono dolce come un orsacchiotto di peluche" scherzò Ethan prima di baciarle la pelle morbida della gola.

"Davvero... È stato un bellissimo gesto da parte tua regalare il quadro a Godfrey."

"Finalmente Rosa è con chi deve stare, esattamente come me!"

Ogni mercoledì un nuovo capitolo!
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